Clima teso tra governo Meloni e Stellantis con una nuova stoccata da parte del ministro delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), Adolfo Urso, all’amministratore delegato Carlo Tavares. Al termine del tavolo automotive al Mimit il ministro ha tuonato: “Adesso qual è la terza richiesta che ci arriva? Se Tavares o altri ritengono che l’Italia debba fare come la Francia che recentemente ha aumentato i diritti di voto in Stellantis, se vogliono una partecipazione attiva per far valere le ragioni dei cittadini italiani e del settore all’interno della multinazionale ce lo chiedano e possiamo ragionare”.
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Il botta e risposta tra Urso e Tavares
“Nei diversi incontri che ho avuto con Tavares ed Elkann – ha chiosato Urso – mi è stata posta una richiesta esplicita, che l’Italia si facesse parte attiva e protagonista in Europa per cambiare in maniera radicale il regolamento Euro 7, cosa che l’Italia ha fatto e pochi credevano che fosse possibile”. Poi è arrivata una seconda richiesta: “Un piano incentivi significativo e straordinario, lo abbiamo mantenuto”. Ora cosa vogliono? Che entriamo nel capitale per tutelare gli interessi italiani?, si chiede il numero uno del Mimit.
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Questa la risposta del ministro a Tavares, dopo che l’amministratore delegato di Stellantis ha esortato l’Italia ad “impegnarsi di più a proteggere l’occupazione del settore auto”, invece di andare alla ricerca di “capri espiatori e attaccare Stellantis mentre si cerca di evitare di assumersi la responsabilità del fatto che, se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio le fabbriche italiane”. Il numero uno della casa automobilistica italo francese ha indicato in Mirafiori, dove viene prodotta la 500 elettrica, e Pomigliano, le fabbriche italiane più esposte.
L’ultimatum di Urso a Stellantis
Secondo Urso adesso serve “un’inversione di rotta rispetto a quanto accaduto negli anni passati, con un aumento della produzione di auto in Italia e l’ambizione confermata dal principale produttore italiano di raggiungere nel tempo una produzione Stellantis di almeno un milione, a cui si potrà aggiungere un altro produttore”.
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Se questo non dovesse accadere “destineremo le ulteriori risorse del fondo automotive esclusivamente a sostegno della nostra filiera e a incentivare nuovi stabilimenti produttivi nel nostro Paese e non più a incentivare i consumi”, ha tuonato Urso.
Schlein (Pd): “Meloni fa la faccia dura ma va col cappello in mano”
L’atteggiamento duro di Urso non convince la segretaria del Pd, Elly Schlein. “Basta con le chiacchiere, Meloni fa la faccia dura con Stellantis ma non ha una strategia e il governo si presenta all’azienda con il cappello in mano. Continuano a minacciare di non dare più incentivi ma Stellantis continua a utilizzarli senza rispettare condizionalità. Serve una svolta”.
Sulla partecipazione italiana nel gruppo dichiara: “Tavares ha lanciato una sfida, il governo la raccolga e non faccia cadere la provocazione dell’Ad di Stellantis. Si prenda sul serio l’ipotesi di una partecipazione italiana a Stellantis che bilanci quella francese”.
Conte (M5s): “Per una volta governo dimostri un briciolo di amor patrio”
Dello stesso parere il leader del M5s Giuseppe Conte. “La produzione automobilistica è da sempre un asset strategico della nostra industria. Se è vero, come ha detto più volte Giorgia Meloni, che l’automotive in Italia va rilanciato e che bisogna darsi l’obiettivo di un milione di auto prodotte all’anno nel paese, il governo faccia sì che quelle del ministro Urso non siano solo chiacchiere e tratti l’ingresso dello Stato in Stellantis”, scrive su X. Poi l’affondo: “Dopo aver iniziato la svendita della rete Tim, di Ita, di Poste e FS, dimostri per una volta un briciolo di amor patrio”.
Preoccupati i sindacati
“Non si possono dare soldi pubblici senza garanzie: ora risposte al Paese. Chiediamo alla presidente del Consiglio un incontro urgente con l’amministratore delegato e le organizzazioni sindacali per garantire la produzione e l’occupazione nel nostro Paese”, ha dichiarato il segretario generale Fiom-Cgil, Michele De Palma.
“Le dichiarazioni di Tavares non rassicurano le realtà del Mezzogiorno, e soprattutto Pomigliano”, ha aggiunto il segretario generale della Uil Campania, Giovanni Sgambati. “Il tema degli incentivi è sicuramente importante perché il settore sta soffrendo, ma esiste un tema legato alla questione industriale che non è stato ancora affrontato. Abbiamo il bisogno di accelerare oltre che sugli incentivi anche sulle politiche industriali”, commenta Biagio Trapani, segretario generale della Fim Cisl Napoli.
Il piano incentivi 2024
Nel frattempo il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha annunciato che il nuovo piano incentivi auto per il 2024 avrà una dotazione straordinaria di quasi un miliardo di euro.
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Tre gli obiettivi da raggiungere: sostenibilità ecologica, sociale e produttiva. Stimolare la rottamazione delle auto altamente inquinanti (Euro 0, 1 2 e 3) che sono ancora il 25% del parco circolante in Italia; aiutare le famiglie con Isee fino a 30mila euro; incentivare la produzione nel nostro Paese.
Fonte : Today