“Ho toccato qualcosa con la punta del piede, ho guardato in basso e ho pensato a una tartaruga” aveva raccontato il tredicenne dopo il ritrovamento. Polizia di stato della Pennsylvania e l’FBI hanno sottoposto il teschio a test avanzati del DNA che ora hanno portato all’identificazione di un uomo scomparso e ricercato dal 2004.
La casuale e spaventosa scoperta di un teschio umano da parte di un tredicenne, che cercava rane nei pressi di uno stagno in Usa, ha permesso di risolvere un mistero che andava avanti ormai da venti anni: la scomparsa di un uomo avvenuta nel 2004. A seguito di una lunga indagine, infatti, le forze dell’ordine hanno annunciato ieri che quel teschio trovato in uno stagno della contea di Berks, in Pennsylvania, appartiene a Roger Hart, un uomo di Pottstown che era sparito nel nulla nell’aprile del 2004.
All’epoca della scomparsa l’uomo era scappato ed era ricercato dalla polizia locale dopo essere stato accusato del tentato omicidio di sua moglie. L’uomo era stato visto mentre si metteva in auto dalla sua casa di Pottstown e si dirigeva verso Pine Lane ad Amity Township. Qui si concentrarono le ricerche che individuarono in effetti l’auto dello scomparso.
Nel mezzo furono trovate le chiavi e il portafoglio, gettati sul sedile anteriore del veicolo, ma di lui nessuna traccia. Qualcuno disse alla polizia di aver visto un uomo che corrispondeva alla descrizione di Hart uscire dal veicolo ed entrare in un’area boschiva adiacente ma le successive ricerche non diedero alcun esito. Da allora l’uomo era considerato scomparso e il suo caso era finito anche in una serie tv su crimini e misteri irrisolti.
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Il giallo è andato avanti per tutto questo tempo fino alla svolta del teschio. Il ritrovamento risale al 2022 quando un tredicenne, che stava cercando le rane vicino casa di sua zia, fece la spaventosa scoperta. “Mi sono imbattuto in qualcosa sulla punta del piede e ho guardato in basso ma non sono riuscito a vedere cosa fosse, quindi l’ho raccolto con il mio bastone e all’inizio ho pensato a una tartaruga“, raccontò all’epoca il ragazzino, aggiungendo: “Dovevo restare qui solo per due giorni, non avrei mai pensato di imbattermi in un teschio umano”.
Lo stato di conservazione però non aveva permesso di identificarlo fino ad oggi. Il reperto venne trasferito all’Università di Mercyhurst che ha stabilito che il teschio apparteneva a un maschio ed era rimasto nell’acqua per più di 10 anni. La polizia di stato della Pennsylvania e l’FBI quindi hanno sottoposto il teschio a test avanzati del DNA, che infine hanno portato all’identificazione di Hart.
Al momento non è stato possibile individuare la causa della morte a causa delle condizioni del cranio e della mancanza di altri resti scheletrici. Altre due ricerche nello stagno dove è stato scoperto il cranio, infatti, non sono riuscite a localizzare il resto del suo corpo ma le indagini sul caso proseguono.
Fonte : Fanpage