“Dieci mesi per un passaporto non è da Paese civile, il governo intervenga”

In Italia, soprattutto nelle grandi città, ottenere un passaporto o rinnovarne uno scaduto è diventata un’impresa. I tempi di attesa per ottenere un appuntamento – come racconta Alessia Capasso su queste pagine – possono durare mesi e l’organizzazione degli “open day” lascia a desiderare.

Fabrizio Benzoni, deputato di Azione, dopo aver raccolto dati e testimonianze dei cittadini attraverso un questionario online, ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

Insomma, perché in Italia, soprattutto nelle grandi città, per rinnovare un passaporto ci vogliono tanti mesi?

“Per diverse ragioni – spiega Benzoni a Today.it – e alcune partono da lontano. Ci sono due milioni di passaporti non rinnovati che sono scaduti durante il Covid, poi si viaggia un po’ di più e infine c’è il fattore Brexit, che non è indifferente, perché oggi per andare nel Regno Unito è necessario il passaporto. Questo ha fatto sì che le richieste di passaporti siano molto aumentate, soprattutto nei grandi centri”.

Dove si inceppa il meccanismo?

“Nel sistema di prenotazione, che apre pochi posti ogni giorno e rende davvero complicata la vita a chi vuole prenotare il posto. Quindi non parliamo solo di lungaggini temporali, ma proprio della difficoltà a riuscire a prenotare l’appuntamento per rinnovare il passaporto. Oggi, entrando nel portale delle questure, non si trova spazio nelle agende e questo crea dei disagi notevoli. Ad aggravare la situazione, il fatto che non si possa fare il passaporto in un commissariato non territoriale, ovvero in un commissariato diverso da quello dove sia la residenza. Questo complica la vita di molti, perché anche se si trovasse un posto nelle vicinanze della propria città, non sarebbe possibile utilizzarlo”.

Avete pubblicato un form dove avete raccolto dati e testimonianze, soprattutto nel nord Italia. Ne può raccontare alcune?

“Dietro ogni passaporto c’è una persona. A Parma una ragazza ci ha confessato di aver rimandato al viaggio di nozze perché non è riuscita ad avere il passaporto in tempo per poter partire il giorno dopo il matrimonio. Anche molte aziende ci hanno chiesto aiuto perché hanno avuto difficoltà. Ad esempio un’azienda doveva mandare un tecnico in Asia per fare una manutenzione al macchinario e il manutentore più esperto non è riuscito ad avere il passaporto in tempo per poter svolgere il lavoro. Un’altra è dovuta partire per una fiera a Dubai con metà dei commerciali, perché all’altra metà era scaduto il passaporto e non riusciva a rinnovarlo in tempi compatibili con l’evento. E poi tanti singoli cittadini che ci hanno raccontato il proprio disagio: anziani che non sono riusciti a concludere la procedura in pochi secondi e quindi hanno perso la prenotazione, famiglie che vorrebbero prenotare quattro posti, ma il massimo consentito è due, quindi non possono prenotare insieme. E poi agenzie di viaggio che ci hanno raccontato che in tanti casi il preventivo verrebbe anche confermato dai clienti, ma è subalterno al fatto di capire se si avrà il passaporto in tempo per quel viaggio. Insomma, in molti casi i danni sono anche economici”.

tempi attesa passaporti

Possibile che in un’epoca in cui è tutto digitalizzato sia tutto così lento e complicato?

“Assolutamente. Trovo assurdo che ancora si debba andare per carte bollate quando basterebbe un bonifico: sono tutte procedure un po’ antiche che si potrebbero semplificare. Aggiungiamo che bisogna andare di persona due volte, la prima per consegnare la documentazione e la seconda per il ritiro, ovviamente in orari lavorativi: quindi le persone ci dicono che spesso sono costrette a prendere due mezze giornate di permesso per ritirare un documento a cui hanno diritto”.

Cosa suggerite al governo?

“Chiediamo di semplificare questa procedura e renderla finalmente degna di un Paese civile. Chiediamo di togliere il vincolo di territorialità, perché oggi ci sono dei commissariati nei comuni più piccoli che potrebbero in parte ammortizzare le tante richieste e decongestionare il sistema. L’Italia è l’unico Paese europeo in cui i passaporti vengono rilasciati dalle questure, mentre negli altri Paesi si delega agli uffici periferici o alle amministrazioni comunali: anche questa potrebbe essere una soluzione. Il ministro ha annunciato l’avvio di un progetto sui piccoli comuni, in collaborazione con Poste Italiane, che però stenta a partire. Oltretutto, con la situazione attuale si sta togliendo forza lavoro alle questure e questo va a scapito della sicurezza”.

Piantedosi vi ha risposto?

“Sostiene che i numeri dei passaporti rilasciati è in aumento rispetto allo scorso anno. E va bene, però vorremmo conoscere anche il numero delle richieste per conoscere l’entità delle ‘liste d’attesa’. Il lavoro svolto sino ad oggi, numeri alla mano, risulta completamente inefficace. Un’indagine di Altroconsumo certifica che nelle dieci maggiori città italiane i tempi di attesa si sono allungati rispetto allo scorso anno”.

Cosa consiglierebbe a un italiano col passaporto appena scaduto che aspira addirittura ad andare in vacanza questa estate?

“Al momento deve avere molta fortuna e sperare che i tempi di attesa per l’appuntamento siano compatibili con le sue ferie. Però c’è da dire che il personale delle questure è molto disponibile e può venire incontro alle persone che ne hanno necessità, certo dipende da chi ci si trova davanti. Si può anche provare a spostare la prenotazione nel lungo periodo di attesa: a volte qualcuno disdice l’appuntamento e si libera il posto. È raro, ma tentar non nuoce”.

Fonte : Today