Wizz, l’app per adolescenti simile a Tinder, è stata ritirata

La tutela dei minori è ancora una volta il tema caldo della settimana. Nella giornata di martedì Apple ha rimosso Wizz, un’app simile a Tinder che negli Stati Uniti sta spopolando tra gli adolescenti, dal suo app store, dopo che il National Center on Sexual Exploitation (NCOSE) ha espresso la sua preoccupazione riguardo al presunto utilizzo dell’applicazione nelle truffe di sextortion ai danni dei minori.Questa app metteva in contatto i bambini con estranei, provocando adescamenti e abusi”, ha dichiarato il NCOSE, sottolineando come Wizz venisse utilizzata da utenti malintenzionati per estorcere denaro o favori sessuali ai minori, minacciandoli di rendere pubbliche le loro foto intime.

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Nella stessa giornata, poi, anche Google ha annunciato la rimozione di Wizz dal suo app store ufficiale facendo riferimento alla politica aziendale sui rischi per i minori, che impone alle app di “proibire agli utenti di creare, caricare o distribuire contenuti che facilitino lo sfruttamento o l’abuso dei bambini“. Una bella “batosta” per un’applicazione che aveva cominciato a riscuotere un ottimo successo negli Stati Uniti. D’altronde, la promessa di Wizz era quella di creare uno “spazio sicuro” per fare nuove amicizie, permettendo anche ai 13enni di creare un account e utilizzare l’app per conoscere altri utenti della stessa età. Eppure, secondo un recente studio del Network Contagion Research Institute, la piattaforma si sarebbe rivelata tutt’altro rispetto a quanto promesso.

Alcune vittime riferiscono di essere state prese di mira nel giro di pochi minuti dall’iscrizione all’app, suggerendo che i criminali hanno saturato Wizz”, chiosa lo studio, aggiungendo che i ricercatori che se ne sono occupati hanno riscontrato reclami frequenti degli utenti più giovani al Google Play Store e all’Apple Store. Insomma, che l’app abbia favorito gli abusi sui minori sembra essere un dato di fatto. Pertanto, eliminarla dagli store di due colossi come Apple e Google potrebbe aiutare non solo a ridurre il numero delle vittime di sextortion, ma anche incentivare a tutelare l’esperienza dei minori sulle piattaforme. “Wizz ha qualcosa che si avvicina ai 20 milioni di utenti attivi – ha dichiarato Alex Goldenberg dell’istituto di ricerca -. Ma se gli app store non potranno più proporla, non potrà sostenere, e ancor meno far crescere, la propria base di utenti”.

Fonte : Wired