La triptorelina è un farmaco usato in molti paesi nel trattamento di alcune persone per il blocco della pubertà precoce e nella gestione della disforia di genere, ovvero quella “condizione caratterizzata da un’intensa e persistente sofferenza causata dal sentire la propria identità di genere diversa dal proprio sesso“, secondo la definizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (Msd-5).
Il farmaco è utilizzato in alcuni casi come un bloccante transitorio e reversibile della pubertà. Lo scopo è quello di dare tempo alle giovani persone transessuali e alle famiglie di fare scelte ponderate e mature, impedendo stigma sociale, autolesionismi e suicidi comuni per molti adolescenti in queste condizioni. In Italia la triptorelina è stata autorizzata tramite una specifica nota dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e inclusa nell’elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale nel 2019. Tuttavia il suo utilizzo è limitato fino all’età puberogena, ossia 8 anni nelle femmine e 10 anni nei maschi. Oltre queste età, infatti l’impiego della triptorelina può determinare la persistenza di una condizione prepubere, influenzando sia il piano auxo-endocrinologico (assenza di caratteri sessuali secondari, blocco della crescita, ritardo della maturazione ossea) che quello neuropsicologico.
La situazione:
- Come funziona la triptorelina
- La risposta del comitato nazionale di bioetica
- Le ispezioni a Careggi
Come funziona la triptorelina
Il principio attivo della triptorelina è disponibile attualmente in commercio in diverse specialità per le quali esistono formulazioni e indicazioni terapeutiche differenti (Decapeptyl, Fertipeptil, Gonapeptyl Depot). La triptorelina si somministra per via sottocutanea o per via intramuscolare e serve a regolare la sintesi e il rilascio di ormone luteinizzante (regola l’attività delle gonadi) e di ormone follicolostimolante (regola le attività delle ovaie e dei testicoli) da parte dell’ipofisi. Per questo è utilizzato anche come trattamento per il tumore dei carcinomi ormone-dipendenti come quello della prostata o della mammella.
Il suo impiego cronico porta a desensibilizzazione del sistema ormonale e alla soppressione delle funzioni testicolare ed ovarica. L’uso della triptorelina nel trattamento della disforia di genere durante l’adolescenza era in uso “off label”, ossia fuori sotto la responsabilità dei singoli medici, anche prima del 2018. Il trattamento ora è limitato agli adolescenti in uno specifico stadio di sviluppo (stadio II di tanner) per bloccare la “pubertà fisiologica” in attesa di una maturazione definitiva. Questo trattamento è attivo da diversi anni in alcune nazioni del nord Europa, come in Olanda, sebbene manchino studi scientifici sulla sicurezza a lungo termine.
La risposta del comitato nazionale di bioetica
A supporto della scelta dell’Aifa e in risposta ad articoli critici comparsi su alcuni quotidiani (Il Foglio, La Verità, Avvenire) e comunicati stampa di associazioni di stampo cattolico e di destra. come Scienza e Vita e Centro Studi Livatino, l’8 marzo 2019 è intervenuto anche il Comitato nazionale di bioetica secondo cui la triptorelina può essere usata ma seguendo alcune precauzioni.
Fonte : Wired