La Commissione europea prova a fermare la proteste degli agricoltori. Prima lo stop (anche se informale) ai negoziati con i Paesi sudamericani del Mercosur, con i quali l’Ue avrebbe dovuto concludere quest’anno un maxi accordo commerciale osteggiato in particolare dagli allevatori europei. Adesso la deroga su una delle misure ambientali al centro delle contestazioni dei trattori contro Bruxelles, ossia l’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni. Ma i ramoscelli di pace della Commissione non sembrano aver convinto il fronte sempre più vasto di manifestanti, che marcerà sulla capitale Ue in occasione del summit dei capi di Stato e di governo dei 27.
La misura sui terreni incolti è uno dei punti chiave della Pac, la politica agricola comune, ossia il complesso di norme e finanziamenti per il settore primario europeo. Secondo questa misura, per accedere a una parte dei pagamenti diretti (i fondi che Bruxelles stanzia per sostenere la produzione delle aziende agricole), gli agricoltori dovrebbero lasciare incolto o improduttivo il 4% dei loro terreni. Si tratta di un provvedimento che ha lo scopo di favorire il ripristino della biodiversità e di ridurre il peso dell’agricoltura intensiva sui territori. La misura, finora, non è stata mai messa in pratica a causa della crisi energetica. E adesso subirà un ulteriore rinvio. Ma il fronte delle proteste chiede che venga cancellata per sempre.
“Una proposta debole e insufficiente”, l’ha definita Cristiano Fini, presidente della Cia, una delle organizzazioni di categoria italiane del settore. “Quello che ci aspettiamo è invece un gesto autorevole e deciso a sostegno dell’agricoltura, (…) con lo stralcio ‘senza se e senza ma’ dell’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni. Dobbiamo poter continuare a garantire la sicurezza alimentare e le politiche comunitarie devono supportare le nostre attività, non ostacolarle”, ha aggiunto. Sulla stessa posizione le altre organizzazioni europee attese alla marcia dei trattori su Bruxelles.
Fonte : Today