Avvicinavano ignari ciclisti con la loro auto, poi li spingevano a terra o nei fossati lungo la strada per divertimento. Per i due uomini, identificati e arrestati lo scorso anno dopo una sequela di denunce tutte quasi identiche tra loro, è iniziato il processo a Tolosa con l’accusa di “violenza organizzata”, per la quale rischiano fino a 5 anni di carcere.
Il racconto dei ciclisti
I due imputati – di 20 e 22 anni – agivano nelle zone di campagna del sud-est della Francia. Sarebbero almeno 12 le vittime delle loro scorribande, andate avanti per mesi sempre con lo stesso modus operandi. Diversi ciclisti hanno riportato vari tipi di lesioni, tra cui una frattura del polso e della clavicola.
“Era aprile, ero uscito in bicicletta nel pomeriggio. Quando sono arrivato a una stradina di campagna ho cominciato a sentire che un’auto mi seguiva silenziosamente. Stava guidando molto lentamente dietro di me quando invece avrebbe potuto facilmente superarmi. Poi, dopo qualche minuto, si è avvicinata a me e il passeggero dell’auto mi ha improvvisamente spinto a terra”, ha raccontato una delle vittime al quotidiano La Dépêche.
I racconti sono simili tra loro. Un altro testimone, di 51 anni, ha riferito che era intento a pedalare su una stradina di campagna quando un veicolo si è avvicinato. “Mi sono spostato di lato per lasciarlo passare, ma ha rallentato insieme a me. Dopodiché ho sentito un violento colpo all’orecchio sinistro”, ha raccontato, spiegando di non aver capito immediatamente cosa fosse successo, ma affermando di essere stato “schiaffeggiato o preso a pugni dalla persona in macchina”.
Un altro ciclista ha detto di aver sentito i suoi piedi e la bici toccati da qualcuno. “Vedendo che non ero caduto, il passeggero ha allungato il braccio e mi ha spinto violentemente a terra”.
Molte delle vittime sono assistite dallo stesso legale, Brice Zanin: “L’unico movente è stata l’idiozia, perché una volta che le vittime sono state spinte giù dalle loro biciclette, gli uomini se ne sono andati ridendo nelle loro auto”, ha dichiarato a Radio France Inter ha dichiarato. “Era un’idiozia e una voglia di divertirsi a discapito degli altri”.
Fonte : Today