Guns N’ Roses, Duff McKagan: “Slash mi chiese di sabotare Sweet Child O’Mine. Non l’ha mai sopportata”

Nel 1987, durante una delle lunghe jam session dei Guns N’ Roses nella casa sul Sunset Strip di Los Angeles in cui vivevano e suonavano tutti insieme (soprannominata Hellhouse), Slash si diverte a prendere in giro il batterista Steven Adler e intanto fa una ‘circus melody’, un giro di note che fa sempre per scaldare le mani. Nasce così la canzone che lancia la carriera della band, Sweet Child O’Mine primo singolo dall’album di debutto Appetite For Destruction, numero uno in classifica in America e pezzo simbolo dei Guns N’ Roses. “In meno di un’ora il mio esercizio è diventato qualcos’altro” ha detto Slash. La svolta arriva con un giro di accordi di Izzy Stradlin, che chiede a Slash di continuare e crea la struttura della canzone, mentre Axl Rose (che si dice fosse in camera sua al piano di sopra) scrive un testo dedicato alla sua fidanzata Erin Everly.

Eppure, secondo quanto ha raccontato Duff McKagan in una puntata del podcast Songcraft, a Slash il pezzo Sweet Child O’Mine non piaceva. “Mi ha detto: cerchiamo un modo per eliminarla”. Per il bassista dei Guns N’ Roses, la creazione spontanea di Sweet Child O’Mine è un esempio dell’energia della band agli esordi: “Tutto andava sempre al posto giusto” ha detto. Quando registrano il primo demo, Axl Rose suggerisce di aggiungere un break in mezzo alla canzone e mentre lo prova in loop dice a sè stesso “Where do we go? Where do we go now?”. Uno dei produttori gli suggerisce di cantarlo, e diventa (insieme all’assolo di Slash registrato in un’altra session) uno dei punti di forza della canzone.

Sweet Child O’Mine è stata votata dai lettori di Total Guitar come come il brano con“miglior riff di sempre” ed è stata inserita da Rolling Stone nella lista delle “40 Canzoni che hanno cambiato il mondo”. Slash però non ha mai cambiato idea: “Per me era una ballad un po’ troppo melensa”.

Fonte : Virgin Radio