Un team di esploratori ha scansionato il fondale oceanico tra la Nuova Guinea e l’isola Howland. Le immagini mostrano i resti di un velivolo che assomiglia allo storico bimotore Lockheed.
Il 2 luglio 1937 Amelia Earhart decolla da Lae, Nuova Guinea, a bordo di un Lockheed 10-E Electra. È diretta verso un piccolo atollo delle isole Hawaii, la sua tappa per fare rifornimento. L’obiettivo è diventare la prima donna a fare il giro del mondo in aereo. Parte e poi sparisce, Earhart non arrivò mai alle Hawaii. Nessuno sa cosa è successo, nessuno ha mai ritrovato l’aereo. Finora. Tony Romeo, amministratore delegato di Deep Sea Vision, sostiene infatti di aver rintracciato con un sonar il relitto sul fondo dell’Oceano Pacifico vicino all’isola di Howland.
Nell’immagine compaiono due pinne, le stabilizzatrici, e le forme ricordano il bimotore Lockheed. Eppure gli archeologi rimangono scettici. Hanno smorzato gli entusiasmi spiegando che mancano prove concrete. Al momento è solo un aereo che si trova in una posizione plausibile, in base alla ricostruzione dell’incidente.
Romeo ha raccontato in un’intervista di aver scansionato con il suo equipaggio di 16 membri il fondale oceanico tra la Nuova Guinea e l’isola Howland. “Abbiamo passato 100 giorni senza trovare nulla. Poi a un certo punto, eccolo lì. Lo vediamo sullo schermo. E in quel momento ci siamo resi conto: eravamo i primi a vedere l’aereo di Amelia dopo 86 anni. È stato un momento incredibile”. L’immagine “rivela contorni che rispecchiano la coda e le dimensioni uniche del suo storico aereo” ha spiegato la società, al momento manterrà riservata la posizione esatta del ritrovamento.
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Il parere degli archeologi
Gli archeologi hanno dei dubbi sul presunto ritrovamento. “L’immagine mostra ovviamente un aereo o qualcosa che sembra un aereo”, ha spiegato al New York Times Megan Lickliter-Mundon, archeologa subacquea che ha cercato per anni aerei affondati. Ma per capire se si tratta o meno dell’aereo di Earhart “i ricercatori dovrebbero acquisire ulteriori immagini sonar da diverse angolazioni”, capire per esempio con un veicolo telecomandato se il relitto ha ancora i numeri di serie.
Andrew Pietruszka, archeologo subacqueo dello Scripps Institution of Oceanography di La Jolla, in California, ha spiegato che l’immagine rilevata dal sonar non basta. “Non c’è modo di dire con certezza che si tratti di un aereo”, ha detto il dottor Pietruszka. “Solo nella migliore delle ipotesi potrebbe essere l’aereo di Amelia Earhart”.
Anche Piotr Bojakowski, assistente professore di archeologia nautica alla Texas A&M University, ha commentato la scoperta del team di Romeo. Ha detto di essere “piuttosto scettico”, secondo lui potrebbe essere il relitto di un aereo della Seconda Guerra Mondiale. “Ci sono stati molti incidenti aerei intorno a quelle isole. Potrebbe essere americano? Potrebbe essere giapponese? Potrebbe essere qualcos’altro? In questo momento, tutto ciò che sappiamo è che sembra un aereo.”
La prossima spedizione verso il relitto
Il signor Romeo ha spiegato che sta organizzando una nuova spedizione per analizzare da vicino il relitto. “Voglio che il mondo lo veda”, ha detto. Non è ancora stata stabilita la data “ora è presto. Ma se fosse per me, per la mia curiosità, vorrei tornare indietro adesso e vedere di cosa si tratta con le telecamere”.
Prima di creare Deep Sea Vision, con sede a Charleston, Carolina del Sud, Romeo ha acquistato un drone sottomarino da 9 milioni di dollari in grado di scansionare il fondale oceanico. Da sempre è stato affascinando dalla misteriosa scomparsa di Earhat, ha raccontato. D’altronde l’incidente del 1937 per anni ha spinto avventurieri a raschiare i fondali oceanici per rintracciare l’aereo perduto. Il grande interrogativo è dove è caduto. Secondo Susan Butler, biografa di Earhart, l’aereo ha finito il carburante e si è schiantato largo dell’isola di Howland, la zona del presunto ritrovamento da parte del team di Romeo.
Fonte : Fanpage