Roger Waters, luci e ombre della sua versione di The Dark Side Of The Moon REDUX

La riedizione di The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd, uno degli album più importanti, universali e venduti di tutti i tempi (con oltre 45 milioni di copie in tutto il mondo) fatta da Roger Waters per celebrare i 50 anni dall’uscita dell’album nel 1973 doveva essere secondo il fondatore dei Pink Floyd una modo per aggiornare il valore concettuale e i significati dell’album e portarli ad una nuova generazione.

The Dark Side of the Moon Redux si è rivelata un operazione artistica molto criticata in Inghilterra e in America. «Vi siete mai chiesti cosa può succedere se prendi uno dei migliori dischi di sempre, lo rifai senza tre dei membri originali della band e rimuovi tutto quello che o ha reso così grande?» si legge in una recensione, «Evidentemente Roger Waters era curioso di  vedere il risultato, e speriamo sia contento di averlo fatto a pezzi». The Dark Side of the Moon è considerato un patrimonio universale dell’arte per varie ragioni, dalle riflessioni sulla follia e i lati oscuri dell’esperienza umana alla perfezione assoluta della musica e degli arrangiamenti, sublimi e tecnicamente complessi ma immediatamente comprensibili. Per molti è l’album che trasforma i Pink Floyd nel simbolo dell’essenza stessa di una band. Un incontro di talenti e ispirazione che si esprimono insieme ad un livello altissimo, uno dei migliori progetti di collaborazione di sempre: gli assoli di David Gilmour, la scrittura e le linee di basso di Roger Waters, l’atmosfera di Richard Wright (che scrive anche The Great Gig in the Sky) e la ritmica di Nick Mason che firma anche tre canzoni sull’album.

Nella versione Redux molte parti strumentali sono state sostituite da lunghi intermezzi parlati di Roger Waters che mette insieme frasi, riflessioni e racconti personali a volte non del tutto comprensibili.

«The Dark Side of the Moon a volte sembra il lamento di un anziano sulla condizione umana» ha detto Roger Waters «Eppure io Dave, Rick e Nick eravamo molto giovani quando lo abbiamo fatto. Osservando il mondo intorno a noi, è evidente che il messaggio di quel disco non è durato. Ecco perché ho iniziato a pensare a cosa avrebbe potuto portare la saggezza di un uomo di 80 anni ad una nuova versione dell’album. Sono orgoglioso del risultato, un lavoro che può stare a fianco dell’originale, mano nella mano, mezzo secolo dopo». Per i critici invece, The Dark Side of the Moon Redux, seppur realizzato in modo eccellente, dimostra soprattutto una cosa: «I Pink Floyd sono sempre stati qualcosa in più della somma della singole parti» dice una recensione «Roger Waters è un genio che ha scritto molte delle loro migliori canzoni, ma non è i Pink Floyd. A volte è meglio ammettere che si lavora meglio con gli altri». 

Fonte : Virgin Radio