L’ultimo che diceva di voler far tornare a camminare i paralitici e restituire la vista ai ciechi era nato a Betlemme, in Palestina, più di duemila anni fa, e diceva di essere il figlio di Dio. Si chiamava Gesù e faceva miracoli. Elon Musk è nato a Pretoria, in Sudafrica, 52 anni fa, è l’uomo più ricco del mondo, le sue aziende principali producono auto elettriche e razzi spaziali, ed ha la stessa ambizione. Ieri ha annunciato che per la prima volta ad un essere umano è stato impiantato un microchip chiamato Telepathy.
Lo produce un’altra sua azienda, la Neuralink, fondata nel 2016 con l’obiettivo di creare una umanità aumentata, una sorta di nuova specie in cui biologia e informatica sono perfettamente integrate. Se questo progetto venisse realizzato, un giorno potremo controllare il nostro computer o la nostra automobile con il pensiero e comunicare con chi vogliamo soltanto pensando. Un film, o un incubo dipende. Intanto questa tecnologia, se i test andranno a buon fine, potrà essere impiegata per curare gravi patologie del sistema nervoso. E infatti quando Neuralink ha ricevuto il permesso del governo americano per fare sugli umani i test che fino a quel momento aveva condotto sulle scimmie, si è rivolta a persone con gravi handicap fisici.
La sfida è tutt’altro che infondata come filone di ricerca e infatti nel mondo ci sono diversi laboratori e una dozzina di startup che ci lavorano. Una è anche in Italia: si chiama Corticale, è nata su impulso di un gruppo di ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, e il suo fondatore, lo scienziato Luca Berdondini, sostiene che dal punto di vista tecnologico qui siamo molto avanti rispetto al progetto di Musk, ma Musk ovviamente ha molti più soldi da investire. Di questa storia se ne riparlerà a lungo, perché siamo veramente ancora all’inizio di un percorso clinico che sarà necessariamente non breve; ed Elon Musk nella sua vita si è dimostrato un eccellente venditore di progetti, ma spesso ha raccontato molto di più di quello che aveva e di quello che ha realizzato (vi ricordate il milione di taxi a guida autonoma che avrebbero invaso il mondo entro il 2020? Ecco, non esistono).
Epperò non si può non appassionarsi alla sfida scientifica: questa tecnologia cambierebbe la vita a moltissime persone che oggi sono afflitte da patologie gravi. Se verrà realizzata, sarà come fare miracoli. Una volta Woody Allen in un suo film fa dire al protagonista: “Dici che mi sento Dio? Beh a qualcuno dovrò pure ispirarmi”.
Fonte : Repubblica