Dopo le polemiche politiche arrivano i dati. Se la riduzione della velocità urbana (Da 50 a 30 chilometri orari) all’interno della città di Bologna aveva scomodato anche il ministro dei Trasporti, oggi, martedì 30 gennaio 2024, a distanza da poche settimane dal provvedimento, arrivano i primi dati sugli effetti della contestata misura. E sono incoraggianti. Nelle prime due settimane infatti, gli incidenti a Bologna sono calati del 21% rispetto all’anno scorso.
Secondo il Comune, rispetto allo stesso periodo del 2023, ci sono stati complessivamente 25 incidenti in meno. E diminuiscono anche i rischi per i cittadini. Rispetto all’anno precedente si registra infatti il 27,3% in meno di pedoni coinvolti in sinistri stradali e una flessione sensibile degli incidenti con feriti (-18,2%). Sono dati preliminari ovviamente, che non hanno (al momento) grande rilevanza statistica, ma che sono incoraggianti.
“Si tratta di un primo trend che riteniamo positivo – è il commento dell’assessora Valentina Orioli – anche se siamo consapevoli che i dati statisticamente più consolidati li avremo dopo un periodo più lungo, di circa sei mesi”.
Perché questa tendenza possa consolidarsi “Bologna deve continuare ad andare più piano come ha dimostrato di poter fare in queste prime due settimane, con la consapevolezza che, dati alla mano, anche nella nostra città comportamenti più prudenti e velocità più basse possono veramente fare la differenza nel salvaguardare l’incolumità di tutte e tutti sulla strada”, aggiunge Orioli.
La peculiarità di Bologna
Bologna è la prima grande città italiana con in vigore il limite dei 30 all’ora in moltissimi punti, con i 50 all’ora che restano la velocità massima consentita nelle arterie ad alto scorrimento. I 30 km/h riguardano circa il 70% delle strade dell’intero centro abitato con un disegno organico facile da comprendere e rispettare. La percentuale arriva quasi al 90% se si considera il solo perimetro della parte più densamente abitata della città.
E molte città potrebbero prendere esempio dal capoluogo emiliano. Anche a Milano si è discusso, lo scorso 9 gennaio, di abbassare la velocità da 50 a 30 chilometri orari. Anche altre città europee hanno introdotto limiti di 30 km/h nelle zone urbane: a Grenoble (Francia), Oslo e Bilbao sono stati ottenuti grandi risultati in termini di riduzione delle vittime della strada e dei feriti gravi. Altri esempi positivi sono stati riscontrati a Graz (Austria), Helsinki (Finlandia). Valencia (Spagna), Zurigo, Svizzera) e Lille (Francia). In Italia il provvedimento è diventato un caso nazionale.
Perché guidare piano previene gli incidenti
Ma polemiche a parte, i numeri non mentono. E in questa materia a prevalere non sono le leggi della politica, ma quelle della fisica che ci dimostrano come la limitazione della velocità aiuti a prevenire i sinistri stradali. Qualche esempio?
Se si guida a 50 all’ora, lo spazio di frenata è 25 metri. A 30, è 9 metri. Le persone hanno una probabilità del 90% di sopravvivere dopo essere state investite da un’auto o da un camion che viaggia a 30 km/h, ma meno del 50% a 50 km/h o più. Il rischio di morte è quasi cinque volte maggiore negli scontri tra un’auto e un pedone a 50 km/h rispetto allo stesso tipo di collisioni a 30 km/h. Per ridurre incidenti e morti guidare piano è quindi utilissimo. Con buona pace della polemica politica nostrana.
Fonte : Today