Il governo italiano si sta muovendo per una soluzione al caso di Ilaria Salis. Obiettivo: arresti domiciliari in Italia in sostituzione del carcere (lo prevede la legislazione europea) fino alla sentenza. E’ complesso per la premier Giorgia Meloni, molto vicina a Orban (con cui ieri ha avuto un primo contatto telefonico), affrontare il caso della maestra elementare di Milano, 39 anni, militante antifascista, da quasi un anno in carcere a Budapest in condizioni disumane con l’accusa di aver aggredito dei neonazisti (che nel presunto pestaggio hanno riportato prognosi prognosi certificata di 5 giorni e un altro di 8 giorni: per l’ordinamento ungherese questa “lesione”, in termini di pena, è equiparata a un tentato omicidio). Ora c’è un piano, ma per chiedere i domiciliari serve la firma di ministero della Giustizia ed Esteri.
Sono sempre aspre, nel frattempo, le polemiche per l’apparente scarsissima attenzione prestata finora, o almeno fino a pochi giorni fa, dall’esecutivo. La famiglia scrisse per la prima volta a Meloni il 22 marzo, quasi undici mesi fa. La senatrice Cucchi attacca: “Dato che a loro piace tanto il ‘prima gli italiani’, ricordo che è italiana anche lei. Per un anno non è stato fatto niente”. Secondo il padre, inoltre, l’ambasciata italiana era al corrente delle condizioni in cui arrivava in aula (catene e guinzaglio) perché “c’erano state altre 4 udienze durante la fase istruttoria”. Ilaria Salis rischia 24 anni di carcere, una pena abnorme.
La telefonata Meloni-Orban
“La nostra legge vieta che venga esibito il detenuto con le manette e in condizioni di umiliazione mentre questo non è avvenuto in Ungheria. Su questo credo sia giusto intervenire”, dice il presidente del Senato, Ignazio La Russa, parlando della detenzione in Ungheria di Ilaria Salis, ospite di ‘Avanti popolo’ in onda su Rai3. E ha ribadito la necessità di “non umiliare il detenuto, avere rispetto della dignità della persona anche quando è detenuta per reati gravi”.
In vista del Consiglio Ue straordinario del primo febbraio, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto nella giornata di martedì 30 gennaio un colloquio telefonico con il primo ministro ungherese Victor Orban. La presidente del Consiglio, nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese, ha portato l’attenzione del primo ministro Orban sul caso della nostra connazionale. La Farnesina chiede all’Ungheria misure alternative alla detenzione in carcere.
Il servizio penitenziario ungherese parla di “falsità” sulle condizioni di detenzione. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani riferisce di aver saputo solo ieri delle manette a mani e piedi e precisa: “Orban non c’entra niente. Non è che il governo decide il processo. La magistratura è indipendente”. Il ministro Lollobrigida sostiene di non aver visto le foto della donna ammanettata, nonostante siano al centro del dibattito pubblico da giorni: “Vado a vederle. Non commento cose che non ho visto”. Tutte le opposizioni hanno chiesto un’informativa della premier Giorgia Meloni.
La Lega contro Ilaria Salis: “Se colpevole, non insegni mai più”
La Lega intanto attacca in modo nemmeno troppo velato la nostra connazionale. “Siamo certi che la maestra Ilaria Salis saprà dimostrarsi innocente dopo essere finita nei guai in Ungheria perché arrestata con un manganello a una manifestazione di estrema sinistra e accusata di aver aggredito due persone. Le immagini di Ilaria Salis in manette non ci lasciano indifferenti, ma se fosse colpevole – e non vogliamo nemmeno immaginarlo! – sarà doveroso radiarla dalle graduatorie ministeriali”. Lo sostiene il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati, che aggiunge: “D’altronde la sua ultima supplenza risale al 12 gennaio 2023 ed era terminata il giorno prima di recarsi in Ungheria. Confidiamo nella saggezza dei giudici di Budapest che – rassicuriamo la sinistra italiana e i suoi media – non sono controllati da Orban, con l’auspicio possano confermare che in classe i nostri figli non rischieranno di trovare una facinorosa”, conclude.
“È incredibile che davanti a una connazionale, una donna, portata in tribunale in catene e trattata peggio di un animale ci sia chi, come il leghista Rossano Sasso, arrivi a fare dichiarazioni vergognose – dichiarano i parlamentari M5S in commissione Cultura alla Camera Antonio Caso, Anna Laura Orrico e Gaetano Amato. — S-asso è arrivato a dire che la Salis non potrebbe più fare l’insegnante ove fosse colpevole. Non lo sfiora l’idea che questo sia l’ultimo dei problemi, davanti a una persona trattata in quella maniera e che rischia anni e anni di carcere in condizioni disumane. Siamo di fronte all’ennesima esternazione vergognosa di un personaggio squallido che andrebbe allontanato immediatamente dalle istituzioni. È lui che non può fare il parlamentare, non la Salis l’insegnante”, concludono i pentastellati.
“Quello che e certo – dice il ministro per i rapporti con il parlamento, Luca Ciriani, a Tg2 Post – è che per quanto possano essere gravi le contestazioni di natura penale che l’Ungheria ha mosso alla nostra concittadina la dignità delle persone deve essere sempre garantita, soprattutto se si appartiene a un paese europeo”.
Ilaria Cucchi: “Meloni spieghi perché il governo si attiva solo adesso”
“Meloni deve rispondere del perché ha deciso di attivarsi dopo ben un anno dall’arresto della nostra concittadina Ilaria Salis. Dato che a loro piace tanto il ‘Prima gli italiani’, ricordo che è italiana anche lei. E’ in quello stato di detenzione terribile nel quale vengono totalmente violati i diritti, e per un anno non è stato fatto niente. Oggi, dopo la diffusione delle immagini davanti alle quali non possiamo più negare, magicamente si svegliano tutti”. Così la senatrice di Alleanza, Verdi e Sinistra (AVS) Ilaria Cucchi a “Otto e mezzo”, condotto da Lilli Gruber su La7.
“Ilaria Salis è in carcere da praticamente un anno e leggiamo sui giornali che il governo non sapeva nulla, i ministri cadono tutti dalle nuvole. Hanno la memoria corta, perché la famiglia Salis è da ormai un anno che bussa a tutte le porte: il 22 marzo 2023 si è rivolta, scrivendo, alla presidente del Consiglio; il 1 dicembre 2023 ha scritto anche al ministro della Giustizia; il 10 dicembre 2023 torna a scrivere al presidente del Consiglio, al ministro della Giustizia e altre istituzioni. In questo frangente, nell’ultimo mese sono state fatte ben quattro interrogazioni parlamentari al ministro Tajani: dalla sottoscritta, dall’On. Lia Quartapelle, dal Sen. Scalfarotto e dall’On. Bonelli. Come ha replicato il ministro? Con quattro risposte copia-incolla. Chiediamo al Governo che si attivi affinché venga rispettata la decisione quadro del 2009 che consentirebbe a Salis di tornare nel nostro Paese e scontare i domiciliari durante lo svolgimento del processo”, ha concluso Cucchi.
Perché rischia 24 anni di carcere
La Procura ungherese ha ribadito in tribunale la richiesta di condanna a undici anni di carcere in caso di patteggiamento da parte dell’imputata. La maestra però si è sempre proclamata innocente e quindi gli undici anni non sono più una pena possibile. La condanna potrebbe essere anche superiore visto che la donna rischia fino a 24 anni secondo il codice penale magiaro. Il reato di lesioni personali prevede otto anni di carcere, quello di appartenenza a un’organizzazione antifascista altri otto. Secondo il codice ungherese il cumulo dei due reati per ciascun reato si deve aggiungere il cinquanta per cento della pena prevista. Ossia un totale di ventiquattro anni complessivi.
Fonte : Today