Il presidente della Commissione dell’Unione africana, Moussa Faki, si è lamentato perché l’Africa non è stata coinvolta sul Piano Mattei. Intervenendo nell’aula del Senato durante i lavori del vertice Italia-Africa, ha anche criticato l’Italia per le politiche sull’immigrazione, lamentando “barriere securitarie che sono barriere di ostilità”.
“Il Presidente dell’Unione Africana – replica, a Today.it, il viceministro agli Esteri, Edmondo Ciriellii – fa due tipi di polemiche, tutte e due umanamente comprensibili, che si riassumono in un tema vero: è un momento di crisi dell’Unione Africana, lui ha dei problemi interni con gli altri Paesi africani, che a loro volta tendono ad avere rapporti bilaterali, per cui è chiaro che questo un po’ finisce col delegittimarlo, ma non è colpa di Giorgia Meloni, è un problema suo”.
Quindi sta dicendo che si è sfogato un po’ con Giorgia Meloni.
“Diciamo di sì, ma ecco, ma non è una polemica contro Giorgia Meloni, perché tutto si può dire tranne che lei non abbia consultato e concordato il piano con l’Africa: nell’ultimo anno ha fatto decine di incontri, è andata decine di volte in Africa”.
Ma questo “Piano Mattei” alla fine c’è o non c’è?
“Giorgia Meloni ha lanciato l’idea, ma il piano parte da ieri. La sinistra ci ha accusato di aver fatto un piano vuoto, ma appunto era vuoto perché i contenuti li dovevamo concordare insieme all’’Africa. In Senato sono intervenuti tantissimi leader, abbiamo tutti preso nota. Ora la cabina di regia con Giorgia Meloni, la cooperazione internazionale e il ministro degli Esteri si metterà al lavoro per tirare fuori le linee”.
Però ammetterà che i roboanti annunci dei mesi scorsi siano stati un po’ eccessivi?
“No, perché è un’idea importante che spinge anche l’Europa a muoversi. C’è stato anche detto che noi non avevamo coinvolto l’Europa, ma l’Europa ha detto che condivide il Piano Mattei: quindi la sinistra fa solo brutte figure, ma in democrazia servono anche le brutte figure, così chi fa belle figure viene votato”.
Lei è viceministro degli Esteri. In queste ore si sta parlando molto del caso di Ilaria Salis: il ministrro Antonio Tajani ha convocato l’ambasciatore ungherese. Come intende muoversi il governo?
“Se ne sta occupando direttamente il ministro e la sua posizione è molto chiara. È evidente che noi vigiliamo sulla sorte di tutti i nostri connazionali, compresi quelli che hanno commesso dei reati, compresi quelli che sono accusati di reati anche abbastanza gravi come quello di violenza. È chiaro che ci battiamo perché ogni Stato estero rispetti i diritti umani, che tutti vengano trattati con correttezza e onestà durante i processi. E se condannati, trattati con civiltà”.
A guardare quelle catene tutto viene in mente tranne che la parola “civiltà”.
“È per quello che Tajani ha chiamato l’ambasciatore. Certo, non è che noi possiamo fare pressioni sul governo ungherese per fargli fare a sua volta pressioni sulla magistratura. Si critica l’Ungheria perché si dice che non rispetta l’autonomia della magistratura e poi chi la critica pretende che la politica intervenga per liberare una persona che è accusata di reati anche abbastanza gravi. Noi facciamo la nostra parte e ho piena fiducia nell’azione del ministro degli Esteri”.
Ma non le sembra strano che oltre al trattamento disumano rischi anche 24 anni di carcere per un reato che in Italia prevede pene molto lievi?
“Ilaria Salis in Ungheria è accusata di tentato omicidio. In Italia esiste il tentato omicidio, ma sostanzialmente la magistratura di sinistra l’ha abrogato. E quindi esistono solo le lesioni, le percorse e le violenze. Ovviamente nel caso specifico non so se l’accusa è fondata, perché la signora si dichiara innocente. Vedremo cosa deciderà il giudice. Noi siamo certi che l’Ungheria farà il massimo per far rispettare le sue regole e le sue leggi, non abbiamo motivo per dubitarne. E l’Italia farà la sua parte per verificarlo, come giusto che sia. Chiaramente speriamo che la signora sia innocente come dice e che venga assolta”.
Fonte : Today