Un talento sbocciato in giovanissima età, dalle enormi qualità tecniche ma la cui definitiva consacrazione è stata ritardata da fragilità e incostanza. Tra tutti i profili seguiti dalla Fiorentina per rinforzare il reparto offensivo, quello di Giovanni Reyna è indubbiamente il migliore per potenzialità e valore assoluto, per la sua capacità di essere determinante anche in palcoscenici importanti. Battezzato col nome di Giovanni in onore di Van Bronckhorst, compagno di squadra ai Rangers Glasgow di papà Claudio (trequartista con trascorsi in Bundesliga, Scottish Premiership e Premier League, nonché capitano della nazionale USA), Reyna è nato a Sunderland nel 2002 – dove Reyna senior ha vestito la casacca dei Black Cats per due stagioni – e dopo la trafila nelle giovanili del New York City Soccer ha fatto ritorno in Europa già nel 2019, ingaggiato dal Borussia Dortmund.
Le sue qualità ed il suo eclettismo, che gli consentono di essere impiegato non solo come centrocampista offensivo, ma anche come esterno d’attacco, non sono passate inosservate: è suo infatti il record di precocità nella DFB Pokal (la Coppa di Germania), avendo realizzato una rete nella competizione all’età di 17 anni e 82 giorni, il 4 febbraio 2020, contro il Werder Brema. Un crescendo entusiasmante, quello di Giovanni, che nel 2020 ha anche esordito con la Nazionale a stelle e strisce (seguendo le orme non solo del papà, ma anche di mamma Danielle, che ha vestito la casacca della selezioni a stelle e strisce), nell’amichevole contro il Galles, il giorno prima del suo diciottesimo compleanno.
La frenata nell’ascesa di “American Dream” (il soprannome coniato per lui dall’allora compagno di squadra Erling Haaland), che contempla anche l’inserimento nella Top Ten del Premio Kopa 2021 (il riconoscimento parallelo al Pallone d’Oro, riservato al miglior giovane), arriva nella stagione 2021/2022, dove guai muscolari lo tengono fuori per oltre cinque mesi. Torna nell’annata successiva con un impiego a singhiozzo, ma in poco più di 1000 minuti in campo delizia il Die Gelbe Wand (il muro giallo, la curva dei tifosi gialloneri di Dortmund) mettendo a segno sette reti e quattro assist. Ma in questa stagione, quella teoricamente del riscatto, è più che altro spettatore: solo una volta titolare, più una dozzina di spezzoni di gara. Sulle sue tracce anche il Nottingham, mentre l’Olympique Marsiglia sembra sparito dai radar: la voglia di tornare protagonista è pari almeno al suo talento. Se il fisico lo assiste, potrebbe davvero essere la pedina in grado di garantire ai viola il salto di qualità.
Fonte : Today