Forse non tutti sanno che in Giappone si utilizzano ancora i floppy disk come supporto standard per salvare e condividere documenti in buona parte dei protocolli burocratici della pubblica amministrazione. Tuttavia, i tempi stanno finalmente cambiando e il Sol Levante si prepara a dire addio a una tecnologia ormai più che obsoleta, che si è trascinata per mezzo secolo fino al 2024 con innumerevoli difficoltà vista una sempre più complicata reperibilità e uno spazio di archiviazione ormai improponibile. A dare la svolta è stato il ministro per gli affari digitali Tarō Kōno.
Giappone terra di tecnologia e anche di passione vintage, a volte anche troppo. I floppy disk, assieme anche ai cd e persino ai mini disk, sono ancora utilizzati per procedure burocratiche come la partecipazione a bandi oppure per l’invio ufficiale di notifiche in settori come quelli militari, dell’estrazione mineraria oppure nell’aeronautica. Il ministro Tarō Kōno ha dato da subito battaglia per svecchiare un settore stagnante come quello della pubblica amministrazione, eliminando supporti fisici obsoleti per l’archiviazione e anche l’uso ancora importante di carta. Il Ministero dell’Economia e del Commercio sta iniziando a eliminare le richieste di floppy disk in alcune ordinanze, spostando gradualmente l’iter all’online e al digitale. Per il momento la “rivoluzione” coinvolge soltanto 34 procedure su un totale di quasi 2000, ma è un primo importante passo che veniva richiesto da anni.
Il cambiamento è impellente, perché lo spazio di archiviazione da 1.4 MB offerto dai dischetti non è sufficiente per salvare nemmeno una foto a bassa risoluzione e le scorte dei floppy disk andranno rapidamente a esaurirsi. Governo e aziende stanno raccattando lotti ben consci che presto non saranno più disponibili: uno degli ultimi produttori di spicco come Sony, ha infatti abbandonato la produzione già nel 2011. Il futuro sarà dunque quello di una completa digitalizzazione della pubblica amministrazione sfruttando piattaforme online e cloud.
Fonte : Wired