Tre “fasi” e fine della guerra: cosa c’è nel potenziale accordo Israele-Hamas

La nuova speranza per la pace in Medio Oriente, passa dall’Egitto. Il capo dell’Ufficio Politico di Hamas Ismail Haniyeh, è atteso infatti al Cairo per discutere la proposta avanzata da Egitto, Qatar e Stati Uniti per il cessate il fuoco a Gaza e lo scambio di ostaggi. Lo ha fatto sapere Hamas a Sky News Arabia e al Jazeera. “Abbiamo ricevuto la proposta a Parigi e il movimento la sta studiando e valutando” ha dichiarato Haniyeh ad Al Jazeera.

Cosa c’è nell’accordo che potrebbe mettere un punto alla guerra

Il potenziale accordo per il cessate il fuoco tra Hamas e Israele prevede tre fasi e include il rilascio di ostaggi e detenuti palestinesi. Lo dice un dirigente della fazione islamica citata dai media israeliani. Nella prima fase sarebbero rilasciati donne, bambini e anziani israeliani; nella seconda tutti i soldati dello Stato ebraico. Nella terza fase – ha proseguito la fonte di Hamas – avverrebbe la restituzione dei morti. Israele e Hamas metterebbero fine alla guerra nel corso delle tre fasi. La stessa fonte ha spiegato che non è stato ancora deciso il numero dei detenuti palestinesi che sarebbero rilasciati da Israele.

“Il movimento è aperto a discutere qualsiasi iniziativa o idea seria e pratica, a condizione che conduca ad una cessazione completa dell’aggressione e garantisca il processo di accoglienza per il nostro popolo, per le persone che sono state costrette ad essere sfollate dalle misure dell’occupazione, per coloro le cui case sono state distrutte, così come la loro ricostruzione, la revoca dell’assedio e la realizzazione di un serio processo di scambio di prigionieri che garantisca la libertà dei nostri eroici prigionieri e metta fine alle loro sofferenze” ha dichiarato il capo di Hamas sulla possibile intesa. 

Hanyeh, ha poi aggiunto che sta studiando l’accordo che dovrà per forza avere “una visione che realizzi gli interessi nazionali dei nostri popoli nel prossimo futuro”.

Ma la notizia agita anche Israele. Il ministro israeliano per la Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha intanto minacciato di far cadere il governo nel caso in cui si raggiunga un accordo con Hamas. Ed è tutta l’estrema destra isrealiana a esprimere contrarietà e a opporsi, in particolar modo, al rilascio di detenuti palestinesi in cambio della liberazione degli ostaggi e della fine delle ostilità. 

Netanayu : “Non ci ritireremo da Gaza”

E sul possibile accordo arriva anche il commento del premier israeliano che potrebbero rappresentare una doccia fredda per l’iniziativa diplomatica. “Non ritireremo l’esercito da Gaza e non libereremo centinaia di detenuti”. Così Benyamin Netanayu ha commentato le indiscrezioni che la bozza di accordo mediata a Parigi preveda il rilascio di centinaia di detenuti palestinesi in cambio degli ostaggi.

Nelle intese precedenti, il rapporto è stato di un ostaggio in cambio di 3 detenuti palestinesi. ” Questo – ha spiegato riferendosi al conflitto – non è un altro round, uno scambio di colpi, un’altra operazione, ma una vittoria completa”.

 Le forze armate israeliane fanno sapere intanto di aver messo a punto “nuove capacità per neutralizzare le infrastrutture sotterranee di Hamas incanalando nei tunnel grandi quantità di acqua”. Lo ha reso noto il portavoce militare precisando che queste capacità consistono di un insieme di pompe e tubature utilizzate solo in luoghi ritenuti idonei.

Questo genere di operazioni avviene, ha precisato il portavoce, solo dopo l’esecuzione di “analisi del terreno e dei sistemi idrici della zona per garantire che non sia arrecato danno alle falde acquifere”. A questo fine sono state addestrate in tempi serrati unità speciali ed altamente tecnologiche, fanno sapere fonti dell’Idf. Un particolare che potrebbe trasformarsi in una vera e propria svolta per l’evoluzione del conflitto. 

Fonte : Today