Hyperloop Italia parlava di “rotte già individuate per le quali è imminente l’avvio di studi di fattibilità funzionali allo sviluppo di progetti altamente tecnologici e innovativi” nel campo dei trasporti già nel 2020. L’idea era quella di portare in Italia il sistema di trasporto futuribile, che sfrutta tubi a bassa pressione per far sfrecciare i moduli. Da là a poche settimane arrivò l’annuncio della sottoscrizione di una lettera d’intenti firmata dalla società di Gabriele Bibop Gresta per uno studio di fattibilità semestrale sul collegamento tra la stazione ferroviaria di Cadorna a Milano con l’aeroporto di Malpensa in dieci minuti, contro gli attuali 37 con i treni tradizionali.
A quattro anni di distanza, sul sito di Hyperloop Italia di questo percorso si parla ancora al futuro: “Lo studio di fattibilità – si legge – darà modo alla società italiana di poter presentare un’analisi economica, finanziaria e giuridica in grado di fornire tutti gli elementi essenziali per valutare la migliore rotta possibile”. E nel frattempo Hyperloop One, società del gruppo Virgin che non c’entra nulla con la startup italiana ma che lavora alla medesima tecnologia, prima di Natale ha alzato bandiera bianca.
Cosa succede in Veneto
In Italia Hyperloop ha annunciato una firma tra Concessioni autostradali venete (Cav), la società che gestisce le autostrade della regione, e il consorzio Hyper Builders per sviluppare un progetto in Veneto. Ad assicurarsi il contratto del valore di 4 milioni per lo studio di fattibilità, si legge in una nota, è stata Webuild, la più importante società italiana di costruzioni, in joint-venture con Leonardo, il campione nazionale della difesa. HyperloopTT e Hyperloop Italia figurano quali fornitori di tecnologia e progettisti designati, mentre la società di certificazione Rina si unisce come progettista supplementare.
Nelle intenzioni il progetto dovrebbe porre le basi per la realizzazione del primo prototipo operativo al mondo, Hyper Transfer, del valore stimato di circa 800 milioni. Esso sarà finanziato “da Cav, Regione Veneto e ministero delle Infrastrutture e dei trasporti”, e sarà un test “che permetterà di normare a livello nazionale e in Europa un sistema di trasporto che ad oggi di fatto non esiste”.
I prossimi passi
Le fasi previste sono in tutto tre: studio di fattibilità, progettazione e realizzazione del prototipo con sperimentazione. Al termine e al buon esito della prima, Cav potrà decidere se proseguire con la seconda, che prevede la progettazione vera e propria del prototipo e della linea. Dopodiché potrà scegliere se procedere con la terza, che prevede la realizzazione del prototipo e della linea di Test Track, la sperimentazione sul campo ed il collaudo e la certificazione finale dell’infrastruttura.
Fonte : Wired