Anche all’ex ministro degli Esteri, Shah Mahmood Qureshi, è stata comminata la stessa pena che comporta una squalifica dalle elezioni per i prossimi cinque anni. Secondo gli esponenti del Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI) la vicenda è un “processo farsa” e verrà presentato un ricorso alla Corte suprema. Ma nel frattempo si avvicinano le votazioni dell’8 febbraio.
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – A poco più di una settimana dalle prossime elezioni parlamentari, l’ex primo ministro Imran Khan è stato condannato a 10 anni di carcere per aver diffuso segreti di Stato.
Khan, estromesso dal potere ad aprile 2022 dopo un voto di sfiducia in Parlamento, sta già scontando una pena detentiva di tre anni per accuse di corruzione nel carcere di Adiala, a Rawalpindi, dove si trova da agosto. All’interno della prigione è stato istituito un tribunale speciale che ha comminato la stessa pena di 10 anni anche all’ex ministro degli Esteri, Shah Mahmood Qureshi, vice presidente del Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI), il partito a cui appartiene anche Khan e che è stato di fatto escluso dalle elezioni dopo che ai suoi candidati è stato proibito di utilizzare il noto simbolo del partito (una mazza da cricket, in riferimento alla precedente carriera di Imran Khan, che dello sport è stato più volte campione).
Il caso sulla diffusione dei segreti di Stato (uno dei tanti casi per i quali Khan è incriminato) ruota attorno a una lettera inviata dall’ambasciatore del Pakistan a Washington: secondo il PTI il documento conteneva la prova della collaborazione degli Stati Uniti nel piano per estromettere il premier dal potere. Secondo l’accusa, invece, si tratta di una missiva che Khan non ha mai restituito, compiendo un furto di documenti diplomatici e provocando il danneggiamento delle relazioni diplomatiche. Quest’ultima accusa può portare all’ergastolo o alla pena di morte.
A marzo 2022, durante una manifestazione politica, Khan aveva sventolato un pezzo di carta che, a sua detta, era la prova tangibile di una cospirazione straniera nei suoi confronti. Dopo essere stato estromesso dalla carica di premier, l’ex stella del cricket ha continuato ad agitare la politica nazionale, sostenendo che tutti i casi presentati contro di lui abbiano il solo scopo di escluderlo dalle elezioni.
Mentre la candidatura di Khan era già stata respinta, Qureshi era stato autorizzato a presentarsi alle elezioni: con la condanna di oggi, però, entrambi gli uomini politici sono esclusi dalle votazioni per i prossimi cinque anni. Solo i giornalisti locali hanno potuto seguire il processo giudiziario e alcuni media avevano riferito che al giudice che seguiva il caso era stato intimato di accelerare il procedimento, un punto su cui diversi esponenti del PTI hanno insistito nelle loro dichiarazioni definendo la vicenda un “processo farsa”.
“Non accettiamo questa decisione illegale”, ha scritto su X Naeem Panjutha, un avvocato dell’ex primo ministro. I legali del PTI hanno inoltre aggiunto che presenteranno ricorso all’Alta Corte di Islamabad. “Il caso stava andando bene ma negli ultimi giorni il giudice ha cambiato tutto e questo è stato un errore giudiziario. Un processo penale deve essere un processo giusto”, ha affermato l’avvocato Ali Zafar.
La sentenza è stata invece appoggiata dalla Lega musulmana del Pakistan (PML-N): “La pena è del tutto giustificata ed è stata inflitta con mezzi legali”. ha detto il leader del partito Rana Sanaullah, aggiungendo che “ciò che la Corte Suprema ha inflitto al PTI in termini di squalificazione di un partito politico è completamente diverso dal mettere a repentaglio la sicurezza nazionale”, perché non c’era dubbio che i fogli sventolati da Khan fossero documenti ufficiali.
Secondo i commentatori, nel 2022 Khan ha perso la fiducia dell’esercito pakistano (che tiene le fila della politica) e da allora il governo, guidato prima dalla PML e poi da un governo ad interim creato appositamente per portare il Paese alle elezioni, ha cercato di limitare l’influenza del PTI con vari metodi.
Fonte : Asia