Ilaria Salis in tribunale in Ungheria con mani e piedi legati. Il padre accusa: “L’Ambasciata sapeva delle catene”

Incatenata mani e piedi. Così Ilaria Salis, l’insegnante 39enne di Monza detenuta da quasi un anno a Budapest con l’accusa di aver aggredito due estremisti di destra, è stata costretta ad affrontare tre ore e mezza di udienza. L’immagine di lei portata “al guinzaglio” alla prima udienza sta facendo il giro del mondo. Insorgono i familiari, che invocano un intervento più deciso del governo italiano. L’Esecutivo sotto l’attacco dell’opposizione per le reazione ritenuta “morbida”.

Ilaria Salis in tribunale con catene a mani e piedi

Nel corso della prima udienza Ilaria Salis è stata condotta in aula con mani e piedi ammanettati, tenuta in catene da due agenti di scorta di un corpo speciale con tuta mimetica e giubbotto antiproiettile.   

Un’immagine che ha lasciato tutti, in Italia, sotto choc. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha convocato l’ambasciatore di Ungheria a Roma: “Chiediamo al governo ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti,  previsti dalle normative comunitarie, della cittadina italiana Ilaria Salis detenuta in attesa di giudizio”. 

Sul caso è intervenuto anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio. “È una fotografia molto dura. Abbiamo incontrato il padre, naturalmente la magistratura ungherese è sovrana. Ci si può attivare, cosi come ci stiamo attivando, attraverso i canali diplomatici, facendo tutto il possibile per attenuare le condizioni rigorose in cui è detenuta”.

Il padre di Ilaria Salis accusa l’Ambasciata: “Sapeva delle catene”

Questi atti però non bastano ai familiari di Ilaria Salis. “Credo – tuona su il padre Roberto Salis intervistato da Agorà su Raitre – che l’Ambasciata italiana abbia partecipato ad almeno quattro udienze in cui mia figlia è stata portata in queste condizioni davanti al giudice. Noi fino al 12 ottobre, quando mia figlia ha scritto una lettera, non avevamo evidenza del trattamento che stava subendo nostra figlia. Gli unici che lo sapevano e non hanno detto nulla sono le persone dell’Ambasciata italiana in Ungheria”. 

Perché Ilaria Salis è in carcere in Ungheria

Salis è costretta alla “detenzione preventiva” in un carcere di massima sicurezza dall’11 febbraio 2023. Secondo le autorità locali avrebbe aggredito alcuni neonazisti durante la manifestazione del Giorno dell’onore, che riunisce nella capitale ungherese migliaia di estremisti di destra, per festeggiare un battaglione nazista che tentò di impedire l’assedio della città da parte dell’Armata Rossa.

Le autorità ungheresi sostengono che Ilaria Salis faccia parta di un gruppo organizzato e che avrebbe pianificato le aggressioni. La 39enne s è dichiarata “non colpevole” e l’udienza è stata aggiornata al 24 maggio. Scelta diversa per un altro coimputato tedesco, che si è dichiarato colpevole ed è stato condannato a 3 anni di reclusione. 

Per Ilaria Salis la speranza è l’Ue

“Adesso lo Stato italiano non può davvero più continuare a ignorare una situazione carceraria e processuale che vìola le nostre leggi”, ha detto all’Ansa l’avvocato Eugenio Losco. Anche perché “Ilaria si è dichiarata non colpevole ma ha spiegato di non aver mai potuto leggere gli atti, che non le sono stati mai tradotti, e di non aver ancora visto le immagini su cui sostanzialmente si fonda l’accusa. E quindi ha riferito di non poter presentare nessuna memoria, cosa che è ammessa nel processo ungherese”. Per questo, ha insistito, “Ilaria deve essere trasferita ai domiciliari in Italia e il governo deve fare subito qualcosa perché questa situazione deve finire subito”.

Un possibile spiraglio viene dall’Ue: il commissario alla Giustizia Didier Reynders ha fatto sapere che “la Commissione è sempre disponibile ad aiutare nel quadro di questi contatti bilaterali che sono stati presi dall’Italia con l’Ungheria”.

Secondo il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, “riguardo alla vicenda di Ilaria Salis potrebbe essere applicata una norma, la decisione quadro del 2009 del Consiglio europeo sul reciproco riconoscimento delle decisioni sulle ‘misure alternative alla detenzione cautelare’, che in questi casi prevede per il detenuto una serie di misure alternative, come i domiciliari. Essa potrebbe non necessariamente essere applicabile solo a condanna definitiva, ma anche prima. È sicuramente un discorso controverso, perché una recente sentenza della Cassazione ha sottolineato che – nell’ambito applicativo – il relativo decreto legislativo del 2016 si riferisce esclusivamente alle misure cautelari non detentive. È quindi importante che le autorità italiane esplorino tutte le possibilità derivanti dalla Decisione quadro del 2009”.

L’opposizione contro Meloni: “Apra gli occhi”

Quanto sta accadendo a Ilaria Salis diventa anche tema di dibattito interno, con l’opposizione all’attacco del governo Meloni. 

“La vicenda di Ilaria Salis – scrive su Facebook il deputato del Pd Andrea Orlando – dimostra più di milioni di parole che cosa è un regime illiberale. La premier sino qui ha dimostrato subalternità e timidezza. Una cittadina italiana è sottoposta a un trattamento disumano e degradante e totalmente sproporzionato rispetto ai fatti contestati. Il governo agisca per la sua liberazione”.

“È evidente ormai a tutti che i diritti fondamentali di Ilaria Salis vengono calpestati in Ungheria. Come Movimento 5 Stelle presenteremo nelle prossime ore una interrogazione alla Commissione Europea, chiedendo se ritiene accettabile il trattamento di Ilaria, che è una cittadina europea”, sottolinea Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. “Le catene a mani e piedi – continua Pignedoli – sono solo l’ultima palese violazione di diverse norme europee oltre che della Convenzione europea dei diritti dell’uomo del Consiglio d’Europa. Dall’11 febbraio, giorno in cui è stata arrestata, è costretta a mangiare con le mani e nella sua cella ci sono cimici, scarafaggi e topi. I secondini le hanno consegnato abiti sporchi e tacchi a spillo. Salvini e Meloni, che per anni hanno difeso le politiche ungheresi, apriranno adesso gli occhi? Su Orban basta silenzi complici. È il momento di intervenire. Riportiamo Ilaria a casa”.

Chi invece taglia corto è il ministro dell’Agricoltura ed esponente di Fdi, Francesco Lollobrigida. Ai cronisti che gli chiedono un commento Ilaria Salis in catene davanti ai giudici ungheresi dice: “Non le ho viste, vado a vederle. Non commento cose che non ho visto…”.

“È urgente che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni venga in Aula e ci spieghi come intenda muoversi con il presidente Orban. Dobbiamo sapere se l’Ungheria è ancora un Paese aderente all’Ue o meno. In ogni caso il governo italiano deve fare tutto il possibile per garantire i diritti di una nostra concittadina, oggi palesemente violati”, dicono i presidenti dei gruppi di Italia Viva al Senato e alla Camera, Enrico Borghi e Davide Faraone.

Fonte : Today