Oltre ai fornitori di servizi internet, Agcom ha convocato anche altri operatori. A cominciare dalle big tech: Google e Microsoft. Big G ha spiegato a Wired che “la ricerca Google supporta gli utenti nel trovare i siti internet, mentre la piattaforma costruita da Agcom serve per notificare coloro che effettivamente forniscono agli utenti l’accesso ai contenuti violativi. Per questo motivo, la ricerca è esclusa da Piracy Shield. Allo stesso tempo, abbiamo lavorato insieme all’autorità per identificare un processo finalizzato alla segnalazione degli url violativi che possono subire il delisting”. Di fatto, una procedura interna. Anche Microsoft conferma a Wired che “sta approfondendo il Piracy Shield per opportune valutazioni”. Mentre spiega di non aver avuto nessun “ruolo attivo nelle fasi di scelta e implementazione della piattaforma cloud” su Azure. Mentre Amazon web services, il braccio cloud del colosso dell’ecommerce, è alla finestra. Ha preso parte ai tavoli tecnici di Agcom, con Google e Microsoft, ma per ora non si è ancora accreditata.
Agcom vuole andare oltre. A quanto apprende Wired, i prossimi a essere convocati per Piracy shield saranno gli operatori di internet satellitare. Starlink di Elon Musk in testa. E poi i gestori di virtual private network, anche se sono vigilati dall’autorità. Il motivo è presto detto: le vpn sono il tallone d’Achille di un sistema come Piracy shield, perché possono far rimbalzare la connessione al di fuori del raggio d’azione degli operatori coinvolti. E vanificare quindi l’oscuramento automatico.
Voglio fare una denuncia
Ma come funziona in pratica la messa offline dello streaming pirata? Piracy shield funziona in automatico: entra una segnalazione, si apre un ticket ed entro 30 minuti gli operatori devono oscurarlo. Tutto, però, parte da un provvedimento cautelare. Una denuncia, insomma, da parte dei detentori dei diritti, da depositare presso Agcom. Ma come si può fare una denuncia e spegnere un sito in 30 minuti? Di fatto, l’atto viene inviato in anticipo. Per esempio, quando un sito pirata pubblica il calendario delle partite in streaming. A quel punto, chi ottiene i diritti segnala la faccenda ad Agcom, che fa le verifiche.
In genere, spiega una fonte interna all’autorità, queste denunce vengono aperte il giovedì in vista delle partite del weekend e l’ente durante il venerdì effettua i controlli per avallare la contestazione. Quando poi, durante la diretta, scatta lo streaming non autorizzato, chi ha i diritti raccoglie prove del flusso video, accede a Piracy shield, carica gli indirizzi Ip o gli Fqdn, allega le prove e apre un ticket. Ci sono 75 secondi per correggere la segnalazione, dopodiché viene caricata in automatico. A quel punto il ticket arriva a tutti i sistemi degli Isp che, a loro volta provvedono a oscurare il sito. Questo può avvenire automaticamente qualora il service provider abbia “agganciato” i propri sistemi a Piracy Shield, oppure manualmente.
Fonte : Wired