Infine, il giorno del Piano Mattei è arrivato. Giorgia Meloni ha presentato il progetto del governo durante il vertice Italia-Africa. È dal discorso di insediamento che la presidente del Consiglio parla del Piano Mattei, ma senza darne ulteriori dettagli. Dopo la conversione in legge del decreto che ne definisce struttura di missione e governance, ora sappiamo un po’ di più del Piano Mattei, tra costi e progetti nel continente africano di aziende partecipate dello Stato come Eni, Snam e Terna. La loro partecipazione all’incontro di presentazione del piano lo conferma: erano presenti i vertici di 12 partecipate.
Il Vertice Italia-Africa è il primo appuntamento internazionale che l’Italia ospita da quando ha assunto la Presidenza del G7.
L’obiettivo, di medio e lungo periodo, che ci siamo dati è quello di dimostrare che siamo consapevoli di quanto il destino dei nostri due continenti,… pic.twitter.com/ENN8CZK0Ji
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) January 29, 2024
I 5 pilastri del Piano Mattei per l’Africa
Il Piano Mattei per l’Africa del governo Meloni guarda al medio e al lungo periodo. Secondo la presidente del Consiglio “occorre dire basta anche alla logica delle risorse spese in miriadi di micro interventi che non producono risultati significativi”. Il piano ha cinque “pilastri”, intesi come settori di intervento:
- Istruzione e formazione: per promuovere formazione e aggiornamento dei docenti e l’avvio di nuovi corsi professionali e di formazione in linea con i fabbisogni del mercato del lavoro. Prevista anche la collaborazione con le imprese le piccole e medie imprese italiane;
- Agricoltura: gli interventi dovranno diminuire i tassi di malnutrizione, favorire lo sviluppo delle filiere agroalimentari e sostenere lo sviluppo dei bio-carburanti non fossili. “In questo quadro si ritengono fondamentali lo sviluppo dell’agricoltura familiare, la salvaguardia del patrimonio forestale e il contrasto e l’adattamento ai cambiamenti climatici tramite un’agricoltura integrata”, spiega il governo in un documento;
- Salute: gli interventi puntano a rafforzare i sistemi sanitari, migliorando l’accessibilità e la qualità dei servizi, anche per sviluppare strategie e sistemi di prevenzione e
contenimento delle “minacce alla salute, in particolare pandemie e disastri naturali”; - Energia: in questo capitolo c’è l’obbiettivo primario dichiarato, rendere l’Italia un “hub energetico, un vero e proprio ponte tra l’Europa e l’Africa”, sostiene il governo Meloni. Gli interventi avranno al centro il “nesso clima-energia”, e punteranno su efficienza energetica e impiego di energie rinnovabili. Il piano prevede, inoltre, lo sviluppo in loco di tecnologie applicate all’energia anche attraverso l’istituzione di centri di innovazione, dove le aziende italiane potranno selezionare start-up locali e sostenere così l’occupazione;
- Acqua: gli interventi riguarderanno la perforazione di pozzi, alimentati da sistemi fotovoltaici oltre a manutenzione e investimenti sulle reti di distribuzione e attività di sensibilizzazione sull’uso di acqua potabile.
I cinque pilastri verranno sviluppati in 4 anni ma non ci sono altri dettagli a riguardo. Ogni anno il governo dovrà riferire al Parlamento sull’attuazione, con Fabrizio Saggio designato “uomo del Piano Mattei” a capo della struttura di missione.
I primi progetti del governo Meloni per l’Africa
In queste fase sono state rese note alcune nazioni africane da cui partirà il Piano Mattei, suddivise tra quadrante subsahariano e quello nordafricano. In questi Paesi si inzierà a vedere l’implementazione dei cinque pilastri. In Marocco si realizzerà un “grande centro di eccellenza” per la formazione professionale sul tema delle energie rinnovabili.
Riguardo la scuola, c’è in programma il rafforzamento dei legami tra il sistema scolastico italiano e quelli delle Nazioni africane e una riqualificazione infrastrutturale delle scuole avverrà già nel 2024 in Tunisia, con la formazione e l’aggiornamento dei docenti e gli scambi di studenti e insegnanti. Sempre in Tunisia, si lavora al potenziamento delle stazioni di depurazione delle acque non convenzionali per irrigare un’area di otto mila ettari e creare un centro di formazione dedicato al settore agroalimentare.
In Costa d’Avorio l’obiettivo è migliorare l’accessibilità e la qualità dei servizi primari di cura, con un’attenzione particolare ai più piccoli, alle mamme e alle persone più fragili. Sarà poi avviato in Algeria un progetto di monitoraggio satellitare sull’agricoltura, mentre in Mozambico sarà costruito un centro agroalimentare per valorizzare le eccellenze e le esportazioni dei prodotti locali.
La Libia è la prima crepa nel Piano Mattei di Meloni
In Egitto si prevede di sostenere, in un’area a 200 km da Alessandria, la produzione di grano, soia, mais e girasole con investimenti in macchinari, sementi, tecnologie e nuovi metodi di coltivazione, oltre ad accompagnare la formazione professionale.
Nella Repubblica del Congo, c’è l’impegno alla costruzione di pozzi e reti di distribuzione dell’acqua soprattutto a fini agricoli, alimentati esclusivamente da energia rinnovabile. In Etiopia, si avvierà il recupero ambientale di alcune aree e il risanamento delle acque, anche attraverso la formazione e il sostegno tecnico alle università locali.
L’Unione Africana gela Giorgia Meloni: “Sul Piano Mattei non ci ha consultati”
Sull’energia, Giorgia Meloni ha parlato dell’iniziativa in Kenya dedicata allo sviluppo della filiera dei biocarburanti, per coinvolgere fino a circa 400mila agricoltori entro il 2027, e delle infrastrutture: “Questo scambio funziona se ci sono anche infrastrutture di connessione tra i due continenti”, ha detto la presidente del Consiglio, citando l’interconnessione elettrica Elmed tra Italia e Tunisia a cura di Terna e il Corridoio H2 Sud per il trasporto dell’idrogeno dal Nord Africa all’Europa centrale passando per l’Italia.
I costi del Piano Mattei
“Il Piano Mattei può contare su una dotazione iniziale di oltre 5,5 miliardi di euro tra crediti operazioni a dono e garanzie”, ha spiegato Giorgia Meloni durante l’apertura della conferenza Italia-Africa. Buona parte di questi fondi, 3 miliardi di euro, verranno “dirottati” dal Fondo italiano per il clima. Gli altri 2,5 miliardi arriveranno invece della cooperazione allo sviluppo.
Fin ora erano stati resi noti i costi di “gestione” del Piano, contenuti nel decreto approvato dal governo e convertito in legge dal Parlamento: 8,4 milioni di euro per la durata del Piano, fino al 2026, circa 2,8 ogni anno. “Certo, non basta – ha aggiunto Meloni – per questo vogliamo coinvolgere le istituzioni internazionali e altri stati donatori”.
È certo che verranno coinvolte le aziende partecipate dello Stato, come confermato dalla loro presenza ai lavori della conferenza Italia-Africa. Erano presenti i vertici di 12 partecipate: Eni, Enel, Cassa Depositi e Prestiti, Leonardo, Sace, Simest, Ice, Terna, Acea, Snam, We Build e Fincantieri. Sullo sfondo, il G7 a presidenza italiana in cui l’Africa “avrà un posto d’onore nell’agenda italiana di presidenza, una scelta di politica estera precisa”, ha sottolineato Meloni. Lì il Piano Mattei continuerà la sua lenta definizione.
Fonte : Today