La protesta degli agricoltori sta coinvolgendo mezza Europa. Da Italia, Francia, Germania e Belgio, i trattori invadono le strade causando interruzioni al traffico e disagi. Sigle sindacali e associazioni di categoria sostengono le manifestazioni che ormai vanno avanti da oltre una settimana e se ne annunciano di nuove. Gli agricoltori ce l’hanno con l’Europa e sono critici su alcune misure presenti nella Politica agricola comune europea (Pac) e nel Green Deal, in cui sono presenti dei vincoli che li coinvolgono. Loro ne vogliono meno e chiedono più incentivi, oltre a un taglio delle tasse.
La protesta dei trattori e l’anomalia italiana
In varie regioni italiane gli agricoltori sono scesi in strada con i trattori, causando anche alcuni momenti di tensione. Al casello autostradale di Orte, in provincia di Viterbo, sull’A1, trattori e mezzi agricoli si sono radunati sulla rotatoria antistante in casello per bloccare il traffico ma la polizia è intervenuta per ripristinare la situazione.
Proteste anche a Viterbo, dove circa 50 trattori hanno sfilato e bloccato il centro città, riporta ViterboToday. Mezzi agricoli in strada anche a Udine, Chieti, Ravenna, Avellino, Cuneo e Foggia, dove gli agricoltori hanno regalato le verdure del raccolto. A Catanzaro un uomo di 56 anni è morto in auto per un malore mentre si trovava nel traffico creato dai trattori.
Nelle proteste italiane c’è una anomalia: dietro l’organizzazione dei cortei ci sono diversi movimenti autonomi che si stanno dimostrando critici col governo ma soprattutto nei confronti di Coldiretti, la più grande associazione di categoria agricola italiana. A Viterbo sono state bruciate delle bandiere proprio di Coldiretti e sul tema è intervenuto a difesa il ministro Lollobrigida.
“Rispetto ogni manifestazione democratica, in particolare quella di lavoratori che, nel tempo, hanno visto calare il proprio reddito per scelte che certamente non hanno né tutelato l’ambiente né valorizzato la sovranità alimentare del nostro continente”, ha detto il ministro dell’Agricoltura che considera “sbagliato e ingiustificato ogni atto di violenza, compreso bruciare le bandiere delle associazioni agricole come accaduto oggi a Viterbo”. Secondo gli agricoltori Coldiretti non li starebbe aiutando nella protesta.
La sezione della Cia del Friuli Venezia Giulia, la Confederazione italiana agricoltori, si è mostrata critica con le proteste: “I cortei di trattori che percorrono le strade regionali, italiane ed europee, sono il sintomo di un disagio reale, ma più che trattori in strada, servono idee nuove – ha detto il presidente regionale Franco Clementin,- Tra l’altro constato che la composizione di questi cortei e la qualità dei manifestanti pare comprenda anche vari soggetti che poco o nulla c’entrano con l’autentico mondo rurale e le sue giuste rivendicazioni”, ha aggiunto.
Le prossime manifestazioni in Italia: disagi e interruzioni
Il movimento Riscatto Agricolo, che si professa autonomo, spontaneo e apolitico, ha annunciato una nuova manifestazione il 30 gennaio 2024 con i trattori in varie zone d’Italia. In particolare, saranno le interessate le seguenti regioni: Lombardia, Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna con presidi a Brescia, Bergamo, Alto lago di Como-Valtellina, Mantova, Melegnano, Voghera, Navacchio (Pi), Val di Chiana e ancora in prossimità del casello di Orte sulla A1, Valle del Salto, Orvieto, e anche a Olbia, Cagliari, Oristano Porto. I coltivatori si sono imposti di sfilare solo con le bandiere d’Italia.
Tutte le comunicazioni avvengono via WhatsApp, con chat di migliaia di contatti. “Chiediamo con forza che venga corrisposto il giusto valore dei nostri prodotti. Vogliamo un’agricoltura italiana rispettata, capita, valorizzata” si legge in una sorta di manifesto del coordinamento nazionale.
“Non siamo contro il governo nazionale – spiegano gli organizzatori – Le nostre problematiche sono soprattutto a livello europeo, oltre al malcontento verso le organizzazioni agricole strutturate”. Tra le richieste la riprogrammazione del green deal, il divieto di importazione di prodotti agricoli provenienti da paesi dove non sono in vigore regolamenti produttivi e sanitari affini a quelli italiani, l’abolizione di vincoli e incentivi per non coltivare terreni, detassazione e in generale la riqualificazione della figura dell’agricoltore.
In Francia si va verso “l’assedio di Parigi”
“L’assedio di Parigi” è lo slogan degli agricoltori francesi che hanno dichiarato di voler bloccare l’accesso alla capitale per “minacciare” il governo. Lo scopo: ottenere condizioni di lavoro e introiti migliori. I principali sindacati agricoli del Paese coordinano la protesta e dopo aver bloccato le principali autostrade francesi gli agricoltori puntano Parigi. Il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato una “riunione di crisi” con i principali ministri coinvolti.
Gli agricoltori assediano Parigi: “Cittadini sentiranno la fame”
Anche in Belgio la Federazione dei giovani agricoltori del Belgio (Fja) ha minaccia il “blocco totale di Bruxelles” nei prossimi giorni, dicendosi “determinata” a intensificare le manifestazioni e non escludendo il blocco dei centri di grande distribuzione. L’1 febbraio proprio a Bruxelles ci sarà vertice straordinario dei leader dell’Unione Europea.
In Germania gli agricoltori hanno bloccato le vie di accesso a diversi porti, tra cui quello di Amburgo. I media tedeschi riportano che nella Bassa Sassonia gli agricoltori hanno bloccato l’accesso al Jade-Weser-Port, un porto per container vicino alla città di Wilhelmshaven, con circa 40 trattori. Nel porto di Bremerhaven, un raduno di agricoltori su un asse stradale cruciale ha provocato un notevole rallentamento del traffico. Gli agricoltori tedeschi protestano in primo luogo contro la decisione del governo di abolire gradualmente, entro il 2026, i sussidi per l’acquisto del diesel a uso agricolo.
Il malcontento degli agricoltori si era manifestato per la prima volta a dicembre e gennaio 2024 proprio in Germania, per poi allargarsi a Francia, Romania, Polonia e Italia.
Fonte : Today