Marcelli racconta l’udienza a Wired. Al banco degli imputati altre due persone oltre a Ilaria. Uno di loro, un giovane tedesco di nome Tobias, “accusato di appartenere alla cosiddetta Hammerband, la banda del martello, si è dichiarato colpevole, ed è stato immediatamente condannato a tre anni di reclusione, con sentenza emessa seduta stante”, racconta Marcelli. Ilaria non è accusata di far parte di questa associazione. “A suo carico ci sono solo fatti specifici. Salis si è dichiarata innocente, e il procedimento a suo carico va, di conseguenza, avanti, così come quello nei confronti della terza imputata, presente oggi in aula, ma da tempo a piede libero”, dice il legale. L’italiana, invece, è stata condotta in aula scortata da due militari in tuta mimetica e a volto coperto, legata con una corda alle guardie. Una sorta di guinzaglio, “un trattamento sproporzionato, che probabilmente andrebbe riservato a criminali di ben altra caratura” dice un italiano da molti anni residente in Ungheria, che ha richiesto l’anonimato per poter partecipare a questo articolo: “La cosa che mi ha impressionato è il fatto che è entrata in aula sorridendo, nonostante le condizioni di detenzione pesanti cui è sottoposta“. “Salis è apparsa in buone condizioni generali, compatibilmente con la dura detenzione che subisce da circa un anno”, conferma Marcelli. La difesa magiara ha chiesto una serie di perizie di carattere medico e antropometrico, prosegue il legale, per smontare la tesi dell’accusa che sia stata lei ad aggredire i militanti neonazisti. La prossima udienza è fissata per il 21 maggio.
La politica
La partita non si gioca solo in aula. “Ora diventa fondamentale la capacità di interlocuzione costante delle autorità italiane, non solo sul fronte diplomatico ma anche politico” conclude Marcelli. Sul versante italiano, dopo un silenzio durato mesi, martedì 23 gennaio il padre ha incontrato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Il dicastero, dice Salis commentando l’incontro, sta studiando una strategia, “che stiamo raffinando ma che, allo stato delle cose, non posso rivelare”. Prima di rientrare in Italia, l’ingegnere ha un incontro l’ambasciatore italiano a Budapest, Manuel Iacoangeli.
L’obiettivo è quello di riportare Ilaria in Italia già durante la carcerazione preventiva: il procedimento potrebbe durare un anno per il primo grado ma sono probabili il ricorso in appello e al terzo grado di giudizio, per una durata complessiva di oltre cinque anni secondo le tempistiche medie ungheresi. Sullo schema difensivo e diplomatico inciderà un altro elemento: il 16 febbraio si pronuncerà la Corte d’Appello di Milano, chiamata a decidere sull’estradizione di Gabriele Marchesi, arrestato per le stesse accuse quando si trovava già in Italia. “Se la negheranno, la detenzione di Ilaria diventerà ancora più intollerabile”, afferma Salis, che rientrerà in Italia mercoledì.
La compagna di cella: condizioni disumane
Ilaria Salis è stata arrestata l’11 febbraio 2023 a Budapest mentre si trovava in taxi. L’accusa, che la monzese nega, è di aver partecipato all’aggressione di due militanti presumibilmente legati ell’estrema destra, in città per il Giorno dell’Onore, celebrazione annuale di matrice neonazista in memoria dei caduti di Wermacht e SS durante la seconda guerra mondiale. Una compagna di cella, la bergamasca Carmen Giorgio, ha raccontato in un’intervista a Repubblica quali siano le condizioni di detenzione, confermando il resoconto di Salis: “Topi, piccioni, cimici, catene, maltrattamenti e botte, lì dentro abbiamo visto di tutto, è un posto fuori dal mondo pieno di cose storte. E lei ha paura di restarci per sempre”. Giorgio, racconta il quotidiano romano, è stata rilasciata mercoledì 24 gennaio con una condanna e un foglio di via. Per Ilaria il calvario potrebbe durare molto più a lungo.
Fonte : Wired