Enzimi pancreatici, cosa sono e a cosa servono

A denunciare la loro carenza è stato di recente Fedez in alcune storie su Instagram. Si tratta degli enzimi pancreatici, che vengono assunti quotidianamente da chi ha avuto un tumore al pancreas, ma anche da chi soffre di tumori gastrici o, più in generale, di disturbi in cui il pancreas risulta danneggiato. Questi, infatti, servono per poter assimilare i nutrienti del cibo quando, appunto, c’è un’insufficienza pancreatica, ossia l’incapacità dell’organo di secernere gli enzimi che hanno il compito di digerire gli alimenti. Ecco di cosa si tratta.

Enzimi pancreatici

Sotto la categoria di enzimi pancreatici vanno quei farmaci il cui principio attivo è la pancrelipasi, ossia lipasi, amilasi e proteasi, enzimi secreti dal pancreas che servono per la corretta digestione. Questi farmaci, prodotti dal tessuto pancreatico di maiali per uso alimentare, hanno infatti il compito di trasformare i nutrienti in sostanze semplici che possono essere assorbite dal nostro organismo. In particolare, la lipasi idrolizza i grassi, l’amilasi digerisce gli amidi e le proteasi scindono le proteine.

Chi ne ha bisogno

In linea generale, gli enzimi pancreatici vengono somministrati ai pazienti il cui pancreas non è più capace di produrli. Sono, infatti, indicati nel trattamento dell’insufficienza pancreatica esocrina (ridotta o insufficiente funzione del pancreas) causata da fibrosi cistica, pancreatite cronica, pancreatectomia (resezione totale o parziale del pancreas), gastrectomia totale e resezioni gastriche parziali, ostruzione duttale da neoplasie (tumori del pancreas o del coledoco).

Come si assumono

Gli enzimi pancreatici si presentano sotto forma di capsule rigide contenenti minimicrosfere (granuli) racchiuse da una membrana gastroprotettiva. Viene consigliato ai pazienti di assumerle durante o subito dopo i pasti, senza masticarle o romperle. Devono, infatti, essere ingerite intere affinché il farmaco abbia effetto, mentre la sua posologia dipende dalla gravità della malattia. “La rottura o la masticazione delle minimicrosfere, così come la loro aggiunta a cibi con pH maggiore di 5.5 può distruggere la membrana gastroprotettiva che riveste le minimicrosfere”, precisano dall’Aifa. “Ciò può determinare il rilascio precoce degli enzimi nel cavo orale e può portare ad una ridotta efficacia del farmaco e all’irritazione delle mucose”.

La carenza in Italia

Nel nostro Paese, l’unico farmaco a base di enzimi pancreatici autorizzato dall’Aifa è il Creon e la sua carenza è già da tempo nota e monitorata dall’Agenzia, che oltre ha sottolineare che la mancanza non è dovuta a problematiche di sicurezza o qualità, ha riferito che questa situazione presumibilmente si protrarrà fino al 31 dicembre 2025. L’Aifa, inoltre, ha fornito alcune informazioni di carattere operativo ai pazienti e operatori sanitari. “Ad oggi l’unica azienda produttrice (Viatris Italia S.r.l.) ha comunicato l’impossibilità di soddisfare la domanda per eccesso di richiesta”, si legge in una recente nota del Ministero della salute. In caso di carenza di farmaci, comunque, l’Agenzia consente alle strutture sanitarie l’importazione per analogo farmaco autorizzato all’estero, “nel caso in cui le strutture stesse dovessero riscontrare discontinuità nella fornitura”, si legge. Inoltre, “le farmacie che non dovessero reperire il prodotto negli usuali canali distributivi possono effettuare un ordine diretto al titolare tramite l’apposito servizio di Customer Service”.

Fonte : Wired