È ricoverato in ospedale con fratture a mandibola, setto nasale e costato l’ex rallista della squadra Lancia Martini, Andrea Aghini. Proprietario di una villetta tra Livorno e Pisa, il 26 gennaio ha reagito all’assalto di quattro ladri che lo hanno pestato, sollevato di peso e portato con loro a farsi aprire la cassaforte.
La rapina violenta a casa di Aghini
Andrea Agjini è un celebre pilota automobilistico, tra i più seguiti negli anni ’80 e ’90 quando disputava il campionato del mondo col team ufficiale vincendo anche un Rally di Sanremo iridato nel 1992, ultima volta nel Wrc di un’auto italiana pilotata da un italiano. La vicenda è stata riportata dal Tirreno: la rapina si è verificata dopo le 21 tra Collesalvetti (Livorno) e Fauglia (Pisa) mentre Aghini si stava spostando tra le case di famiglia, adiacenti.
Stava passando da quella della madre, che è vedova, alla sua per il giardino. Qui, quattro uomini coperti da passamontagna, lo hanno circondato e immobilizzato cercando di soffocarlo con uno straccio e colpendolo a calci e pugni. “Ho reagito d’istinto, mi divincolavo – ha ricordato -, ma mi hanno preso di peso e portato in casa. Non ho avuto paura. Non so chi fossero, non hanno detto una parola”.
Dopo averlo colpito, i banditi hanno aperto la cassaforte, rapinato quello che c’era – almeno due orologi, l’inventario è da fare – e tagliato i cavi della videosorveglianza, poi però è suonato il campanello e sono dovuti andare via prima di completare la razzìa. Cosa li ha bloccati? “Vicino a casa c’è una scuola guida, i corsisti hanno sentito le mie grida e sono venuti ad aiutarmi – ha ricordato ancora Aghini dal letto dell’ospedale – I rapinatori hanno capito di esser stati scoperti e sono fuggiti. Uno l’ho rincorso ma non sono riuscito a prenderlo”.
Chi è Andrea Aghini
Andrea Aghini, adesso 60enne, è una celebrità locale ed è facile individuarlo tra le colline da Livorno a Pisa dove vive e dove lo conoscono tutti. Negli ambienti motoristici ha fama internazionale, è considerato uno dei più acclamati e spettacolari asfaltisti anche se andava forte pure sullo sterrato. Nella sua carriera agonistica è stato pilota ufficiale di Peugeot, Lancia, Mitsubishi, Toyota, Subaru, ha vinto due campionati italiani con la Toyota nel 1998 e 1999, ma prima, con direttore sportivo Cesare Fiorio, vinse il Sanremo del 1992 quando la gara mondiale arrivava in Toscana e Umbria. Nel suo palmares tante vittorie assolute. Quattro al solo Rally di Madeira gara top dell’Europeo dove lui e il suo navigatore Sauro Farnocchia scamparono alla morte in una uscita di strada dove i pali di una staccionata ‘infilzarono’ la loro Delta.
Col suo pilotaggio istintivo ma concreto innovò la scuola italiana dopo i fasti di Sandro Munari, Attilio Bettega, Massimo Biasion, il due volte campione del mondo dal quale ricevette il testimone tricolore. In carriera ebbe incidenti gravi – anche col decesso del copilota Loris Roggia al Rally del Salento del 2003 e di una spettatrice al Rally del Ciocco del 2008 – ma mai con conseguenze fisiche pesanti e dirette sulla sua persona come è successo questa volta a causa dei rapinatori.
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Fonte : Today