Cosa sappiamo delle accuse di Israele a Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi

Conflitto Israelo-Palestinese

Tutto quello che sappiamo sulle accuse mosse da Israele all’Agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, le reazioni globali e cosa rischiano gli abitanti di Gaza con la sospensione dei finanziamenti da parte di alcuni Stati, Italia compresa.

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È scoppiato il caso sull’Unrwa – l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, in inglese United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East – dopo le accuse mosse da Israele, secondo cui alcuni membri dello staff sarebbero coinvolti nell’attacco terroristico di Hamas dello scorso 7 ottobre. Da parte sua l’Agenzia, che da anni si occupa di sostenere la popolazione palestinese a Gaza e nei diversi campi profughi in Medio Oriente, ha aperto un’indagine interna e ha licenziato alcuni dipendenti. Diversi Paesi, tra cui l’Italia, hanno annunciato di aver sospeso i finanziamenti all’Unrwa, che però ha denunciato come senza i fondi necessari si rischi di aggravare la catastrofe umanitaria che Gaza sta vivendo da mesi.

Che cos’è e quando è nata l’Unrwa

Per capire quello che sta succedendo, partiamo dal principio. L’Unrwa è stata creata dalle Nazioni Unite nel 1948, dopo che la prima guerra arabo-israeliana ha costretto oltre mezzo milione di palestinesi – circa 700mila persone – all’esodo forzato, un evento passato alla storia come Nakba.

Sul sito dell’Agenzia si specifica che il mandato ricevuto dall’assemblea generale dell’Onu è quello di prestare assistenza ai profughi palestinesi. Sotto questa categoria ricadono tutti coloro che risiedevano nella Palestina storica tra il 1945 e il 1948, nonché i loro discendenti, e che hanno perso sia la loro casa che i mezzi di sussistenza come risultato del conflitto con Israele. L’Unrwa è operativa nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e Gerusalemme Est così come nei campi profughi in Medio Oriente dove si sono rifugiati i profughi palestinesi, quindi in Libano, Giordania e Siria. Solo a Gaza, due milioni di persone dipendono dagli aiuti umanitari forniti dall’Agenzia per sopravvivere.

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Come viene finanziata l’Agenzia per i rifugiati palestinesi

Per quanto riguarda i finanziamenti, è sempre l’Agenzia a fare chiarezza nel suo portale: “Quasi la totalità dei finanziamenti arriva da contributi volontari, principalmente da Stati donatori. Nel 2021 gli Stati Uniti erano il principale donatore, con un contributo totale di 338 milioni di dollari, seguiti dalla Germania con un totale di 176 milioni di dollari. Questi due contributi hanno rappresentato circa il 46% del totale ricevuto dall’Unrwa da parte di Stati donatori“, si legge. Oggi sia gli Stati Uniti che la Germania hanno sospeso le donazioni a causa delle accuse di Israele.

Le accuse di Israele contro l’Unrwa

A Gaza circa 13mila persone lavorano con l’Agenzia. Da quando è cominciata la guerra tra Israele e Hamas, almeno 152 dipendenti sono rimasti uccisi.

Tel Aviv ha accusato alcuni membri dello staff dell’Unrwa di essere coinvolti nell’attacco terroristico del 7 ottobre. Israele non ha specificato di quante persone si stia parlando o in che modo avrebbero preso parte alle operazioni di Hamas. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, da parte sua, ha fatto sapere che finora 12 dipendenti sono al centro dell’indagine: di questi nove sono stati licenziati, uno è rimasto ucciso e su altri due ci sono ancora degli accertamenti in corso.

Il commissario generale dell’Agenzia, Philippe Lazzarini, ha fatto sapere di essere stato informato delle accuse circa il presunto coinvolgimento di alcuni dipendenti nei fatti del 7 ottobre e di aver deciso “di recidere immediatamente i contratti di questi membri dello staff e di lanciare un’indagine per stabilire la verità“, in modo da tutelare l’Agenzia e preservare la sua capacità di fornire assistenza umanitaria. “Qualsiasi dipendente dell’Unrwa coinvolto in atti di terrore sarà ritenuto responsabile, incluso in procedimenti penali“, ha aggiunto.

Le reazioni globali e la sospensione dei fondi

Le accuse di Israele all’Unrwa sono arrivate nello stesso giorno in cui la Corte internazionale di giustizia ha deciso di non archiviare la causa presentata dal Sudafrica, secondo cui il governo israeliano sarebbe colpevole di un vero e proprio genocidio a Gaza. La Corte internazionale di giustizia è il principale tribunale delle Nazioni Unite. In generale i rapporti tra l’Onu e Israele sono ai minimi storici, dal momento che diversi esponenti di spicco delle Nazioni Unite – a partire dal segretario generale – hanno duramente criticato le operazioni militari israeliane a Gaza e hanno più volte chiesto l’immediato cessate il fuoco. Per quanto riguarda l’Unrwa, Tel Aviv ne ha spesso criticato l’attività, accusandola di incitare sentimenti anti-israeliani nella popolazione araba.

L’Agenzia in questi mesi ha negato le accuse secondo cui i fondi ricevuti verrebbero sistematicamente dirottati verso Hamas e ha ribadito la condanna al terribile attacco del 7 ottobre. Ad ogni modo, dopo le accuse di Israele, diversi Paesi occidentali hanno deciso di sospendere i fondi all’Unrwa: tra questi ci sono i due principali donatori, cioè Stati Uniti e Germania, ma anche Canada, Regno Unito, Italia, Svizzera, Paesi Bassi, Finlandia, Australia. Anche la Francia ha annunciato la sospensione dei finanziamenti finché non verrà fatta chiarezza.

Altri Paesi, invece, hanno sottolineato come sospendere ora i fondi all’Unrwa vorrebbe dire mettere a rischio l’assistenza umanitaria ai palestinesi. L’Irlanda, ad esempio, ha fatto sapere di non avere “alcuna intenzione di sospendere i finanziamenti al lavoro vitale che fa l’Unrwa a Gaza“. Sulla stessa linea anche la Norvegia: “La situazione a Gaza è catastrofica e l’Unrwa è la più importante organizzazione umanitaria a Gaza. Continueremo a supportare il popolo palestinese attraverso l’Agenzia. C’è bisogno del sostegno internazionale alla Palestina ora più che mai“.

Cosa succede con la sospensione dei finanziamenti

Anche Lazzarini ha sottolineato le conseguenze catastrofiche a cui andrebbe incontro il popolo palestinese se smettessero di arrivare i fondi all’Unrwa. In una nota ha scritto: 

È uno shock vedere che i fondi all’Agenzia sono stati sospesi da alcuni Paesi come reazione alle accuse verso un piccolo gruppo di persone appartenenti allo staff, specialmente dopo che l’Unrwa ha reagito immediatamente recidendo il loro contratto e chiedendo un’indagine indipendente e trasparente.

L’Unrwa è la principale agenzia umanitaria a Gaza, due milioni di persone vi dipendono per la mera sopravvivenza. Molti hanno fame, il tempo stringe e incombe una carestia. L’Agenzia provvede a dare rifugio a oltre un milione di persone, ha continuato a procurare cibo e assistenza sanitaria di base anche al culmine delle ostilità.

Lazzarini ha quindi ricordato come nel suo primo pronunciamento la Corte internazionale di Giustizia ha chiesto a Israele di permettere gli aiuti umanitari ai palestinesi nella Striscia: “L’unico modo in cui possiamo garantire che ciò avvenga è solo attraverso la cooperazione internazionale, con l’Unrwa come principale attore umanitario a Gaza“.

E ancora: “Sarebbe incredibilmente irresponsabile sanzionare l’Agenzia – e l’intera comunità che questa assiste – a causa di accuse rivolte ad alcuni individui, specialmente in questi tempi di guerra, sfollamento e crisi politica nella regione“. Nella sua nota Lazzarini ha anche sottolineato che ogni anno l’Agenzia condivide la lista dei suoi dipendenti con i Paesi dove lavora, Israele compreso, e di non aver mai ricevuto segnalazioni su nessuno.

Infine, il commissario ha concluso ricordando che le indagini sono in corso e stabiliranno quanto accaduto: “Per ora chiedo ai Paesi che hanno sospeso i fondi di riconsiderare la loro decisione, prima che l’Unrwa sia costretta a sospendere la sua risposta umanitaria. La vita delle persone a Gaza dipendono da questo supporto, così come la stabilità regionale“.

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Fonte : Fanpage