Secondo il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, “a Messina Denaro durante le perquisizioni effettuate dopo l’arresto sono stati sequestrati 500mila euro in gioielli e 300mila in contanti, somme subito fatte confluire nel Fondo Unico per la giustizia”.
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A poco più di un anno dall’arresto e a pochi mesi dalla morte, si continua a parlare di Matteo Messina Denaro. Questa volta indiscrezioni circa il suo tesoro sono state rese note dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, durante il sui intervento nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.
“Al boss di Castelvetrano durante le perquisizioni effettuate dopo l’arresto sono stati sequestrati 500mila euro in gioielli e 300mila in contanti, somme subito fatte confluire nel Fondo Unico per la giustizia”, ha detto il magistrato.
De Lucia ha sottolineato che “Cosa nostra vive un momento di crisi, momento che va colto. Non bisogna cedere all’idea che la mafia sia finita e si deve comprendere che le risorse a disposizione della giustizia sono limitate quindi l’azione di contrasto va pianficata e razionalizzata. La mafia mira a tornare potente e per farlo deve potenziare la forza militare, obiettivo che richiede soldi e che prova a realizza col traffico di droga grazie a un rinnovato asse con la ‘Ndrangheta”.
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Nella relazione del presidente della Corte d’appello, Matteo Frasca, l’arresto di Matteo Messina Denaro e la sua morte vengono individuati come eventi che hanno aperto nuovi scenari: la mafia ora punta agli affari e alla finanza. La cattura dell’ultimo grande latitante di Cosa nostra non è stato, secondo Frasca, “solo l’approdo di lunghi anni di defatiganti indagini delle forze di polizia, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo, ma è divenuto anche un punto di partenza perché ha aperto nuovi scenari”.
A lui ha fatto eco la procuratrice generale di Palermo Lia Sava, che ha spiegato che “dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro i boss si concentrano sugli appalti per sedersi al tavolo con un mondo con cui interagisce da sempre. Occhio, perciò, alle carenze dei sistemi di governance”, aggiungendo che “la mafia è ancora fluida e resta sommersa per accumulare capitali, reinveste in attività pulite attraverso insospettabili, ma mantiene sempre un connotato di violenza, non dimentichiamolo altrimenti la confonderemo con un comitato d’affari. Cosa nostra può sempre compiere atti violenti per mantenere credibilità. Registriamo inoltre un significativo turn over tra arrestati che entrano in carcere e chi esce e ciò ci allarme”.
Fonte : Fanpage