Un sacchetto di biglie è l’opera autobiografica di Joseph Joffo del 1976, in cui racconta la sua infanzia a Parigi insieme a suo fratello Maurice, entrambi ebrei, durante la seconda guerra mondiale.
Un sacchetto di biglie, 2017
Un sacchetto di biglie è un’opera autobiografica del romanziere francese Joseph Joffo, pubblicata nel 1973, in cui viene raccontata la sua infanzia da bambino ebreo, insieme a suo fratello Maurice, durante la seconda guerra mondiale. Dall’opera sono stati tratti due film: il meno recente, pubblicato dopo due anni dalla nascita dell’opera, nel 1975, diretto da Jacques Doillon. Mentre sarà possibile osservare domani sera, 27 gennaio 2024, su Rai 1 in occasione della Giornata della Memoria, il secondo film, questo girato nel 2017 con la regia di Christian Duguay. La trama della storia si svolge in Francia, dove i giovanissimi fratelli Joseph e Maurice Joffo, dovranno affrontare una fuga lungo tutto il paese, partendo da Parigi per dirigersi a Nizza, l’unica città rimasta libera e dove sono presenti i suoi fratelli maggiori Henri e Albert.
Un sacchetto di biglie, 2017
La storia raccontata nel libro Un sacchetto di biglie
La storia si svolge tra il 1941 e il 1944 e ha come protagonisti i fratelli ebrei, Joseph e Maurice Joffo, costretti a vivere nella Parigi occupata dai tedeschi nella seconda guerra mondiale. Il padre, una sera, dopo aver chiamato i suoi due figli a sé, gli racconta la sua fuga dalla Russia zarista e il piano per permettergli di raggiungere una terra libera: un viaggio che li vedrà affrontare un vasto territorio francese con due biglie e 20mila franchi. I due riescono, dopo tante avventure, a raggiungere Mentone, dove hanno trovato rifugio i loro fratelli maggiori Henri e Albert, che hanno trovato lavoro come parrucchieri. Con l’arresto dei genitori, Henri, decide di andare a liberarli, e dopo aver rivelato ai comandanti che sua madre è russa ed imparentata con la famiglia imperiale dei Romanov, mentre suo padre è francese. La famiglia riesce a fuggire, ma il signor Joffo, costringe i due figli a raggiungere la colonia Nuovo Raccolto, dove sarebbero stati al sicuro. Conosceranno il freddo e la fame, dopo l’ennesima fuga, che porterà lo stesso Joseph a doversi operare per una forma acute di meningite, fino a raggiungere Aix-les-Bains dove vivono i loro fratelli maggiori. Lì dovranno sostenere, ancora, episodi di razzismo, anche nella famiglia che li ospita: i Mancelier. Anche se il capofamiglia dice esplicitamente di odiare gli ebrei, lì Joseph gestisce la loro libreria, mentre Maurice lavorerà in un hotel, fino al 1944.
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La trama: come finisce il libro di Joffo
È il 1944 e Joseph decide di tornare nella capitale, a Parigi, ormai liberata, dopo averlo letto sulle pagine dei giornali. Maurice lo raggiungerà in automobile successivamente, dando poi luogo nella capitale all’incontro di tutta la famiglia, tranne il padre, di cui il loro ultimo ricordo sarà la conversazione avuta prima dell’arrivo nel campo Nuovo raccolto. Nel frattempo, Josep Joffo si è dedicato all’attività di parrucchiere rilevando l’attività del padre, morto nel campo di sterminio di Auschwitz. Il romanzo si conclude con l’autore Joseph Joffo che è cresciuto, ha 42 anni e tre figli. Il cerchio si chiude, ricordando sempre la sua biglia ed il padre che gliela aveva regalata all’inizio della storia: due biglie e 20mila franchi.
Fonte : Fanpage