I biocarburanti, l’impiego dell’idrogeno e una rete capillare per la ricarica dei veicoli elettrici sono alcuni dei più noti elementi necessari alla transizione sostenibile nel settore dei trasporti. Una transizione che non potrà basarsi su una singola tecnologia o su una sola innovazione, ma che sarà necessariamente il frutto di un insieme di soluzioni, approcci e iniziative.
Sono davvero molte, nel nostro paese e all’estero, le realtà innovative che stanno sperimentando modelli di business incentrati sulla decarbonizzazione della mobilità, sfruttando le nuove soluzioni high tech per gli spostamenti su strada, ma anche proponendo la trasformazione di alcuni settori specifici, come quello aereo. Oltre a startup che offrono soluzioni e servizi per la sharing mobility, sono sempre più numerose le iniziative che impiegano software di intelligenza artificiale per le più svariate necessità, dall’agevolare la ricerca del parcheggio al migliorare la logistica del traffico urbano. Del resto, la digitalizzazione e l’utilizzo intelligente dei dati sono le chiavi per promuovere lo sviluppo di servizi per il trasporto che siano più efficienti e in grado di abilitare la diffusione di soluzioni sempre meno impattanti.
Innovazioni per ogni necessità
Il settore dei trasporti è notoriamente tra i principali responsabili dell’inquinamento ambientale, e la sua trasformazione green è un passaggio decisivo verso il raggiungimento dell’obiettivo zero emissioni nette (Net Zero) entro il 2050. Si stima che per un paese come l’Italia circa un quarto delle emissioni di anidride carbonica, che è il principale gas serra, derivino dal settore dei trasporti: per questo occorre intervenire rapidamente e in maniera significativa, dato che i margini di miglioramento sono piuttosto ampi.
Soltanto nel nostro paese le startup innovative legate al settore della mobilità sono 836, pari al 6% del totale. Il numero è peraltro in aumento negli ultimi anni, e lo stesso trend è ben visibile anche nel resto d’Europa e Oltreoceano. Alcuni esempi? Si va da Open Move Urbi per semplificare la prenotazione e l’utilizzo dei principali servizi di mobilità condivisa ad Auting per la condivisione dell’auto di proprietà con estranei, passando per realtà come Park Smart per un’analisi in tempo reale dei parcheggi disponibili in una determinata area urbana.
Oltre a una migliore gestione dei servizi di sharing e a sistemi per rendere più efficiente la logistica, un filone particolarmente ampio è quello relativo ai veicoli che si alimentano (anche) con soluzioni alternative ai combustibili fossili. Per esempio, delle potenzialità dell’idrogeno all’interno del sistema dei trasporti si occupa la startup Hype, lanciata nel 2015 con i primi 5 taxi a idrogeno: in meno di un decennio le vetture attive sono già diventate circa 700, con l’obiettivo di arrivare alle decine di migliaia. Per ora il progetto è attivo nell’Île-de-France, ossia nell’area di Parigi, ma il piano è di arrivare a replicarlo nelle principali capitali europee. Del resto, oltre ai vantaggi per l’ambiente, i veicoli a idrogeno sono silenziosi, confortevoli e facilmente ricaricabili attraverso stazioni di rifornimento. Anche l’idea di alimentare le automobili con la luce solare non è più del tutto fantascientifica: l’azienda olandese Lightyear, per esempio, ha realizzato un veicolo con pannelli solari installati sul tetto e sul cofano, che in condizioni favorevoli è in grado di spostarsi senza consumare carburante. Questa soluzione potrebbe essere percorribile soprattutto in paesi con buoni livelli di irraggiamento solare, come Spagna e Italia.
Il settore aereo
La transizione energetica del comparto della mobilità non può prescindere dalla sostenibilità del trasporto aereo: da solo contribuisce per il 2,4% alle emissioni globali di anidride carbonica, come riporta l’International Council on Clean Transportation. E, a parità di distanza, registra per ciascun passeggero un inquinamento sette volte superiore a quello di un’automobile.
Fonte : Wired