Venti anni fa arrivava nelle case, con i televisori targati Philips, una nuova tecnologia, Ambilight, che, come indica il nome, era pensata per “allargare” la presenza del televisore nell’ambiente in cui era inserito usando la luce. Oggi l’Ambilight è una tecnologia matura, sulla quale i responsabili di TP Vision, la casa madre di Philips, puntano tutto, convinti che l’unicità e l’immersività dell’Ambilight siano la chiave del successo dei loro nuovi televisori. E probabilmente hanno ragione, non solo perché, come ci dice Paolo Vecera, Head of Business and Marketing di TP Vision, “l’80 per cento delle persone che lo hanno provato, ricomprano un televisore con Ambilight”, ma soprattutto perché in un mercato nel quale la perfezione tecnologica del momento è a portata di ogni produttore, la differenziazione dagli altri è una chiave importantissima per emergere. Soprattutto in un periodo come quest’ultimo, che ha visto un forte calo per il mercato dei televisori. “Per questo puntiamo su una nuova dimensione di Ambilight”, tiene a sottolineare Vecera, “l’Ambilight Plus, con quattro lati di luce, ma su modello di televisore di altissima qualità, il 959, Oled+, con il processore P5 di ottava generazione, l’intelligenza artificiale integrata nel sistema e un audio d’eccellenza da 102 Watt realizzato con la partnership di Bowers & Wilkins”.
Insomma, Philips vuol uscire dalla mischia dei televisori a basso prezzo e prova a puntare in alto, con una nuova linea di prodotti che non possono essere confusi con tutti gli altri. “Quindi si”, conferma Vecera, “puntiamo tutto su Ambilight, anche perché dall’anno scorso abbiamo cambiato noi stessi modo di pensare: non la trattiamo più come una caratterista all’ interno dei nostri televisori, come il Dolby o il 4K, ma come una categoria a parte, che offre un’esperienza di visione completamente diversa. La difficoltà più grossa è mostrarlo all’interno dei negozi, far percepire la differenza tra noi e gli altri, ma e ci servirà tempo per raccontare un prodotto davvero originale. La sfida è complessa, soprattutto in un momento in cui gli italiani cercano di risparmiare scegliendo prodotti apparentemente più convenienti, ma siamo molto fiduciosi”. Il modello ‘flagship’, presentato ieri a Barcellona è il già citato Philips Oled+ 959, ma non sono da meno il 909, con qualche Watt in meno di audio, l’808, con un pannello Oled WRGB. “È evidente che un’azienda con tante idee ma poco fatturato non va avanti”, dice sorridendo Vecera, “quindi cerchiamo di bilanciare una fascia di prodotti di qualità medio alta, The One, The Extra, i Mini-Led, con i prodotti d’avanguardia, per far capire al consumatore finale che in questi c’è davvero qualcosa in più. Cerchiamo di innovare costantemente, ogni sei mesi lanciamo novità importanti, oggi dobbiamo difenderci con quantità e fatturato, ma siamo volontariamente usciti dalla fascia di mercato più bassa, dove distinguersi è ormai difficilissimo”.
E per distinguersi TP Vision ha presentato a Barcellona anche un nuovo sistema operativo, Titan, con il quale il look and feel dei televisori Philips sarà ancora più ‘personale’, e sarà sul 90 per cento del tv della gamma 2024. “Si tratta di un’azienda separata da noi, ma siamo i loro principali investitori. Il che vuol dire, quindi, che il sistema è disponibile anche per altri operatori del settore”, dice Vecera, “con Titan abbiamo dei vantaggi molto importanti, crediamo aver costruito un sistema operativo che non è solo a nostro uso e consumo, ma è pensato capendo le necessitò dei consumatori. L’interfaccia è completamente customizzabile, il modo di ricerca dei contenuti è del tutto nuovo, soprattutto perché accede alle varie piattaforme senza bisogno di installare nulla, pesca nelle app indipendentemente dal fatto che si sia abbonati o no, possiamo integrarla con tre feed di consigli. Con Titan siamo più trasversali, su tutto il sistema televisivo e ovviamente c’è un’eccellente integrazione con i nostri altri prodotti”. Che, come dice il marchio, sono “Sound and Vision”, e che a Barcellona sono stati presentati con entusiasmo da Kostas Vouzas, il CEO di Tp Vision. C’è quindi una sound bar molto sottile, poco ingombrante e con un audio di grande qualità, la Philips TAB 6309, “Superminimal, piccolissima, 37 millimetri, quasi non si vede”, dice Vecera, “è stata prodotta per non superare mai il bordo del tv, e pensate per l’80 per cento delle tv in commercio”, e poi le radio, gli speaker, gli impianti, e soprattutto le cuffie, con tutte le varie tipologie, dalle True Wireless a quelle con l’archetto, che arrivano in un mercato particolarmente frammentato e dove i prodotti di bassa qualità e di bassissimo prezzo sono ovunque: “Anche qui abbiamo puntato sulla differenziazione”, sottolinea Vecera, “abbiamo inserito delle caratteristiche che possono aiutare lo sportivo, con la cuffia alla quale tolgo il padiglione, lo lavo e si igienizza, e che collegata ad un’applicazione, mi dice battito sotto sforzo o la pressione durante l’ora di cardio; ci sono quelle ‘bone conduction’ che mi permettono di correre ma avere una relazione con l’ambiente circostante. Non si capisce perché se vado a giocare a calcetto mi metto pantaloncini e maglietta adatti, e se vado a correre devo tenere le mie true wireless con il rischio di perderle o sporcarle, invece di usare delle cuffie adatte alla funzione”. E anche qui l’innovazione avanza: “Nel terzo trimestre lanceremo una cuffia con un pannello solare, che non deve essere ricaricata, panello che assorbe luce anche sotto una lampada, in modo da non dover ricaricare mai la cuffia senza fili”.
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Fonte : Repubblica