Leo Gassmann debutta da attore, protagonista del biopic Califano in onda su Rai1 l’11 febbraio in cui interpreta l’indimenticabile cantautore scomparso a 75 anni il 20 marzo 2013. “Ho sempre fatto musica e continuerò a farla, è la mia più grande amante, però la recitazione è arrivata in un momento in cui ne avevo veramente bisogno” racconta il 25enne al Corriere della Sera promettendo di non lasciare la musica che è e resta la sua grande passione.
Una preparazione impegnativa quella a cui Leo ha voluto sottoporsi per arrivare preparato al meglio nell’interpretazione di Califano. Ha lavorato affiancato dai suoi amici (“specie Antonello Mazzeo, che ci faceva la pasta a casa sua e ci raccontava di lui” ha raccontato, “Il suo pubblico mi ha abbracciato come se fossero una famiglia”) e anche preparandosi fisicamente con l’aiuto di un dietologo e di un personal trainer: “Ho lavorato con una costumista straordinaria: Franco era alto sette centimetri più di me quindi lei voleva che il mio corpo fosse più asciutto per sembrare più slanciato. Sono stato da un dietologo, ho perso sei chili in tre settimane. Mi sono allenato sei giorni a settimana con un personal trainer: mi svegliavo alle cinque e andavo a correre, mi costruivo all’alba. Poi ho messo dei tacchi di legno di 8-9 centimetri, la notte avevo i crampi alle gambe e quella è l’unica cosa che non mi manca”.
“Mio padre mi ha detto “tu sei un pazzo””
Figlio di Alessandro e nipote di Vittorio, con Leo Gassman è semplice il rimando alla recitazione come una sorta di eredità famigliare. “Non so se ereditiamo qualcosa, ma so che se cresci in un ambiente inizi ad assomigliargli”, ha confidato: “Io sono cresciuto in mezzo ai teatri: a 4 o 5 anni, dopo la scuola, andavo dai miei genitori in tour o c’erano attori che giravano per casa. È stato come crescere in un circo: il set è casa mia, il teatro è casa mia. Spetterà al pubblico dire se lo so fare bene o male, ma è la cosa che amo fare e per la quale morirei”.
La reazione di papà Alessandro davanti alla notizia di un ruolo come quello di Califano non è stata delle più entusiaste: “Quando l’ha saputo mi ha detto “tu sei un pazzo”. Io ero agitato, gli ho detto “dammi dei consigli” e lui mi fa “sei un pazzo, esordire con un progetto del genere è una cosa complicatissima””. Diversa, invece, quella della madre Sabrina Knaflitz: “Mi ha detto “so che sei un attore straordinario, andrai benissimo”. Papà più correttamente cercava di prepararmi alla difficoltà del ruolo”. Se ci sarebbe mai potuto essere un debutto “facile” per un figlio e nipote d’arte? “So solo che non ci sarebbe stato ruolo migliore di questo, la sua risposta: “Riguarda un personaggio importante per Roma, musicale come me. Credo sia il modo giusto per presentarmi”.
Fonte : Today