Un primo ‘Fleximan’, responsabile di aver distrutto due autovelox, è stato identificato e denunciato in Piemonte. Mentre in Veneto, dove in otto mesi sono stati distrutti 15 dispositivi, è ancora caccia all’uomo. E ci sono stati casi anche in Lombardia e Puglia. La vicenda divide l’opinione pubblica tra chi considera i responsabili di questi atti dei vandali e chi li elogia perché si farebbe portavoce di un malcontento diffuso.
È diventata ormai quasi quotidiana la conta degli autovelox distrutti o abbattuti in Italia, mentre i responsabili di questi atti sono diventati protagonisti della cronaca, ribattezzati sotto un unico nome: ‘Fleximan‘. In Piemonte, per esempio, è stato identificato e denunciato un 55enne residente in un comune del Verbano; mentre in Veneto resta ancora avvolta nel mistero l’identità di chi ha distrutto in 8 mesi circa 15 dispositivi.
Ma Fleximan è arrivato anche in Puglia, nel Salento, dove è stato segnalato un primo caso. L’opinione si spacca di fronte alle imprese di questi personaggi, uniti da un unico: c’è chi li etichetta come semplici vandali e chi, invece, li elogia come fossero moderni Robin Hood, in lotta contro le amministrazioni comunali, interessate solo a fare cassa attraverso quelli che invece dovrebbero essere strumenti pensati per aumentare la sicurezza stradale, secondo il pensiero di molti.
Chi è il primo Fleximan identificato e denunciato in Piemonte
Il primo ‘Fleximan‘ è stato identificato in Piemonte. Si tratterebbe di un uomo di 55 anni, residente a Drugno, nel Verbano. Di professione operaio, senza moglie e figli, è stato incastrato dalle immagini riprese da alcune telecamere di sorveglianza e denunciato dai carabinieri per avere distrutto a mani nude due dispositivi per il rilevamento della velocità sulla statale che attraversa la cittadina. Dopo lunghi mesi di indagini, i fatti risalgono alla notte tra l’11 e il 12 novembre ora è accusato di danneggiamento aggravato anche dal Comune dove risiede.
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Nelle immagini lo si vede in jeans e giacca corta, mentre percorre a piedi la strada vicina al velobox e, dopo essersi avvicinato prima a uno e poi all’altro, distruggerli e allontanarsi. Il sindaco Marco Zanoletti ha raccontato al Corriere della Sera: “Non ci ha spiegato il motivo per cui ha distrutto i velox. Posso dire che noi, con parte dei proventi delle sanzioni aiutiamo anche la Croce rossa della Valle, non servono sicuro a fare cassa”,
Gli autovelox distrutti in Veneto
Ma il Fleximan piemontese non è l’unico, anche in Veneto la caccia all’uomo è aperta. Nella Regione, da Treviso a Padova passando per Rovigo, sono stati distrutti almeno 15 dispositivi in otto mesi e gli investigatori stanno cercando di identificare il responsabile. Chi indaga è infatti convinto che la mano che ha distrutto gli autovelox veneti, abbattuti con una tecnica diversa da quella del ‘collega’ del Verbano, sia la stessa.
I carabinieri stanno cercando l’uomo sia con il pattugliamento delle strade sia attraverso l’analisi delle targhe registrate da migliaia di videocamere di sorveglianza o dei ‘targa system’. “L’Arma c’è e farà la sua parte per scoprire chi ha commesso dei reati”, ha detto Michele Cucuglielli, comandante provinciale dei carabinieri di Padova.
Quanti autovelox sono stati distrutti in Lombardia
Anche la Lombardia non è stata risparmiata da Fleximan. Una decina di giorni fa, un autovelox appena installato è stato abbattuto lungo la strada statale Asolana, sul territorio del comune di Martignana di Po, nel Cremonese. E la stessa cosa è accaduta il 22 gennaio ad Albano Sant’Alessandro, comune che si trova in provincia di Bergamo. Non si sa ancora se l’autore dei gesti sia il Fleximan veneto oppure un suo emulatore.
Fleximan è arrivato anche in Puglia
Fleximan però non ha colpito solo al Nord Italia. Come scrive Il Quotidiano di Puglia, per la prima volta è stato abbattuto nella Regione un impianto a Ruffano, nel Salento, lungo la strada che porta a Leuca. La denuncia è arrivata da Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. “Diverse modalità, ma identico risultato: ossia la manomissione di uno degli apparecchi utilizzati per la rilevazione delle infrazioni stradali”, ha detto ieri, giovedì 26 gennaio. “È di poche ore fa, infatti, la scoperta che qualcuno ha messo fuori uso uno delle apparecchiature di rilevazione della velocità, utilizzata anche per il rilevamento automatico delle infrazioni delle auto che attraversano l’incrocio semaforico col rosso installato alla periferia di Ruffano, in provincia di Lecce, sulla S.S. 476 F.C. 388 in direzione S. M. Di Leuca”.
Che aggiunge: “Evidentemente pure essendo gesti esecrabili, costituiscono un campanello d’allarme in merito al malcontento della cittadinanza colpita da balzelli di ogni tipo tra cui le multe a raffica che vanno ad incidere nei già esausti bilanci familiari. Quanto accade ormai sta diventando un fenomeno generalizzato che ci invita a riflettere sulle modalità di rilevazione delle infrazioni che come diciamo da anni sono percepite più come strumenti per fare cassa che come apparecchi di controllo della circolazione stradale e di riduzione dei sinistri”.
Fonte : Fanpage