Il governo di Biškek ha varato una stretta sulle cooperative, eredità sovietica ancora molto attiva nell’edilizia ma fino ad ora con poche garanzie per gli associati. Una nuova legge impone trasparenza e la registrazione dei trasferimenti di denaro su un apposito sito. Intanto procedono le indagini sui casi fraudolenti che hanno fatto registrare perdite del valore di milioni di euro.
Biškek (AsiaNews) – Dopo la recente approvazione di nuove leggi per la regolazione del mercato finanziario, il comitato investigativo del ministero dell’interno di Biškek ha presentato i risultati dell’inchiesta sull’affare della cooperativa edilizia Ikhsan Grupp Ltd, che ha causato una perdita di 701 milioni di som (poco più di 7 milioni di euro), un caso aperto nel 2021, con due dirigenti arrestati e uno ancora latitante.
La Ikhsan non è l’unica cooperativa “non commerciale” di cui si sono interessate le forze dell’ordine negli ultimi tempi, e molte altre cause sono attualmente in corso, con diversi arresti effettuati, l’ultimo quello del fondatore della “Cooperativa finanziaria islamica”. Il vice-ministro della giustizia del Kirghizistan, Orozbek Sydykov, ha rilasciato in proposito alcune dichiarazioni ai giornalisti di Azattyk.
La legge “Sulle cooperative” – preparata nel 2023 dal governo, approvata a ottobre dal Žogorku Keneš, il parlamento di Biškek, e firmata a dicembre dal presidente Sadyr Žaparov – mira a difendere i diritti delle persone nell’acquisto di immobili presso queste cooperative, moltiplicatesi negli ultimi anni. Le truffe in questo settore non accennano comunque a diminuire, e il ministro chiarisce che “si tratta di un lavoro lungo e complicato: ce ne stiamo occupando da tempo, ascoltando le tante persone che hanno subito perdite”.
Le cooperative sono ancora un’eredità sovietica, e ce ne sono attualmente circa 6500 in Kirghizistan. La maggior parte sono cooperative agricole e commerciali, un migliaio sono quelle non commerciali, di cui 162 si occupano di edilizia abitativa, attirando le persone in cerca di casa a diventare membri della cooperativa, con la promessa di ottenere l’abitazione. Come sottolinea Sydykov, “l’errore non è necessariamente quello di voler organizzare degli imbrogli, ma di lavorare solo sulla base degli accordi tra i membri, senza tener conto delle regole stabilite dalla legge”. Si rilasciano le tessere di partecipazione senza le necessarie garanzie, e se si tratta di un’associazione senza scopo di lucro, sono gli stessi membri a rischiare i loro soldi, creando una situazione che scivola facilmente nell’illegalità.
Le modifiche alla legge ora impongono maggiore trasparenza nelle transazioni economiche, per limitare gli abusi dei responsabili, registrando tutto sull’apposito sito elettronico e la compilazione di uno speciale registro. Ogni trasferimento di denaro deve essere giustificato e rispettoso dei tempi necessari, e non semplicemente deciso dal consiglio della cooperativa, in cui i membri non hanno più diritto a delegare il proprio voto ad altri. I controlli su queste nuove misure sono appena iniziati e “ci sono almeno 1300 avvisi di garanzia a cui far seguire un’adeguata indagine”, assicura il vice-ministro.
Le verifiche riguardano anche le attività precedenti all’approvazione delle nuove norme, come nei casi della Ikhsan e della Cooperativa islamica, che pretendeva di attenersi ai principi della finanza islamica anche nelle procedure interne, mentre esse si possono applicare solo da parte delle istituzioni finanziarie di credito. Per la legge kirghisa, del resto, non si può inserire alcuna denominazione religiosa nelle attività commerciali. Da quando è stata decisa la stretta, informa Sydykov, la registrazione delle cooperative edilizie è calata vertiginosamente: in tutto l’anno scorso ce ne sono state soltanto sei.
Il vice-ministro è convinto che “ormai si è risolta la piaga delle cooperative fraudolente”, senza lasciare ulteriori spazi a possibili distorsioni della legge. I membri delle cooperative possono essere da un minimo di 7 a un massimo di 1000 persone, mentre in alcuni casi si superavano le 10mila, impedendo di fatto qualunque controllo: “Fino a 1000 si considera una cooperativa, oltre è una piramide finanziaria, se non proprio un’associazione a delinquere”. Sydykov comunque afferma di non volere “escludere del tutto il sistema delle cooperative, che si occupano di tante realtà, non solo di quelle abitative”, in settori dove l’iniziativa dei cittadini va comunque incoraggiata, sperando di non calpestare troppo le leggi e di non fare soltanto gli interessi di pochi.
Fonte : Asia