Tutti i crimini che possono essere commessi nel metaverso

La realtà virtuale viene spesso associata al concetto di evasione dal mondo. Ne sa qualcosa Hiro, protagonista del romanzo Snow Crash di Neal Stephenson che cerca di fuggire da una realtà che lo opprime, accedendo dal suo computer a quel mondo che, per la prima volta nella storia, viene definito metaverso. Era il 1992. Sono passati poco più di trent’anni e il metaverso si è trasformato da luogo immaginario della letteratura post-cyberpunk a vero e proprio mondo parallelo in cui poter interagire, lavorare, giocare, vendere e acquistare. Ma lì dove circola il denaro esiste anche il crimine.

Non stupisce, quindi, che a poche settimane dalla notizia della sedicenne inglese che ha denunciato di aver subito una violenza sessuale di gruppo in un gioco immersivo nel metaverso, Interpol, la nota organizzazione internazionale di polizia, ha presentato a Davos un white paper sulle minacce e opportunità nel metaverso.

Gli esperti dell’Interpol hanno identificato i reati che tipicamente possono essere commessi, restituendo una lista decisamente ampia che include cybercrime, truffe Nft, furti di identità digitali e di beni virtuali, riciclaggio, violazioni del diritto d’autore, stalking, molestie sessuali, cyberbullismo e terrorismo. Molte delle fattispecie elencate trovano in rete, da tempo, un agevole canale di espressione ma non è peregrino immaginare che espanderanno gli orizzonti nel metaverso se, come pronosticano le analisi rispettivamente di Gartner e Citigroup, entro il 2026 circa il 25% della popolazione vi trascorrerà almeno un’ora al giorno, ed entro il 2030 il metaverso arriverà ad essere un mercato da 13 trilioni di dollari.

La buona notizia è che quando questo accadrà probabilmente non ci troveremo di fronte ad un completo vuoto di tutela legale. Sono infatti molteplici le norme, nel tempo evolutesi per includere le varianti online di diverse fattispecie di reato, che verranno ragionevolmente in soccorso nel metaverso. Pensiamo ad esempio ai comportamenti di adesione alle idee di matrice terroristica e in particolare alla radicalizzazione che avviene sul web.  Nel 2023 è stato arrestato a Singapore un adolescente che su Roblox, la nota piattaforma che permette agli utenti di creare scenari in 3d in cui poter giocare con altri, vestiva i panni di un combattente dell’Isis, guardava video propagandistici su internet e ascoltava canzoni dello Stato islamico su piattaforme di streaming musicale. Consideriamo anche il fenomeno sempre più diffuso delle truffe realizzate attraverso fake shops, ovvero e-commerce che riproducono in maniera estremamente fedele gli originali e che sono in grado di registrare e sottrarre dati personali e di carte di credito. Se casi analoghi si verificassero nel metaverso, avremmo strumenti nel mondo reale per combatterli.

Fonte : Wired