Rivoluzione Apple: su iPhone si potranno installare app da altri Store digitali

Dopo 16 anni, per l’App Store arriva una rivoluzione: non sarà più l’unico modo per installare nuove applicazioni su iPad e iPhone. Dal prossimo marzo, con iOS17.4, sarà possibile scaricare app anche da store alternativi, come succede già da tempo sui dispositivi Android.  “Le modifiche che annunciamo oggi sono conformi ai requisiti del Digital Markets Act nell’Unione Europea e contribuiscono a proteggere gli utenti dell’UE dall’inevitabile aumento delle minacce alla privacy e alla sicurezza che questa normativa comporta. La nostra priorità rimane quella di creare la migliore e più sicura esperienza possibile per i nostri utenti nell’UE e in tutto il mondo”, ha dichiarato Phil Schiller, Apple Fellow.

Che cos’è 

Il Digital Markets Act è il nuovo regolamento europeo sui mercati digitali, approvato dal Parlamento Europeo il 5 luglio 2022 insieme al Digital Services Act (DSA), che disciplina i servizi digitali. Le due norme insieme costituiscono il Digital Services Package, in vigore dal 2 maggio 2023, ma pienamente operativo solo dalla primavera del 2024.

Il DMA nasce per contrastare l’abuso di posizione dominante dei cosiddetti gatekeeper (guardiani), quelle società che hanno il controllo dell’accesso ai mercati digitali per la loro maggiore disponibilità economica e finanziaria, per l’elevato numero di utenti o per la capacità di porsi come intermediari. È il caso di Google, Amazon, Apple, Meta e Microsoft (ma non solo), che ricoprono un ruolo infrastrutturale, stabilendo standard e regole cui devono adeguarsi tutti. L’obiettivo del regolamento è quello di prevenire comportamenti scorretti da parte dei Big Tech e favorire innovazione e concorrenza nei mercati digitali. 

Nel dettaglio, il Digital Markets Act si applica alle aziende che forniscono browser, servizi di messaggistica o social media ad almeno 45 milioni di utenti finali mensili nell’UE. Allo stesso tempo, devono avere 10.000 utenti commerciali annuali, una capitalizzazione di mercato di almeno 75 miliardi di euro o un fatturato annuo di 7,5 miliardi di euro. Per dimensioni, fatturato e grado di penetrazione nel mercato, l’azienda di Cupertino è senza dubbio considerabile come gatekeeper da diversi punti di vista. 

Le novità in arrivo valgono solo per gli utenti registrati all’interno dell’Unione Europea e riguardano iOS, Safari e App Store, rispondendo con precisione chirurgica a ciascuna delle obiezioni che si potrebbero sollevare ad Apple partendo dal testo del DMA. Ecco le più rilevanti: 

  • Sarà ammesso il sideloading, ossia la possibilità di scaricare, installare e aggiornare app da Store diversi da quello ufficiale di Apple. Gli sviluppatori potranno offrire le applicazioni sul proprio negozio virtuale o su marketplace terzi, che potranno anche essere scelti come default nelle impostazioni. 
  • Sarà ammesso l’utilizzo di motori di browser alternativi a Webkit. Fino a oggi, quello di Apple è stato l’unico ammesso nelle app, e ad esempio se all’interno di Instagram si clicca un link di una pagina web, per visualizzarlo iPhone e iPad ricorrono a Webkit. 
  • Sarà a disposizione degli sviluppatori un modulo di richiesta di interoperabilità, dove inviare ulteriori richieste per l’interoperabilità con le caratteristiche hardware e software di iPhone e iOS.
  • Apple aprirà l’utilizzo dell’NFC per applicazioni bancarie e di portafoglio in tutto lo Spazio economico europeo e permetterà di scegliere un’app di pagamento contactless di terze parti come predefinita, al posto di Apple Pay. Non è chiaro se l’NFC potrà essere utilizzato anche per altre app, ad esempio per la Carta di Identità Elettronica, che finora non ha avuto accesso a questa funzione su iPhone, ma solo su Android.
  • Oggi gli utenti iOS hanno già la possibilità di impostare un browser diverso da Safari come predefinito, ma con l’aggiornamento di iOS agli utenti dell’Unione Europea verrà mostrato un elenco di possibili alternative la prima volta che proveranno a navigare sul web.
  • I pagamenti di beni e servizi digitali acquistati in app potranno essere processati tramite piattaforme gestite da terze parti all’interno dell’app oppure sul sito web dello sviluppatore raggiungibile tramite link. 

La Notarisation

“Inevitabilmente, le nuove opzioni per le app UE degli sviluppatori creano nuovi rischi per gli utenti Apple e i loro dispositivi”, spiega l’azienda. Non è possibile eliminarli completamente, ma a Cupertino si sono impegnati per ridurli introducendo alcune funzioni nuove, come la  Notarisation (che potremmo tradurre all’incirca con “certificazione”), ossia una revisione di base che si applica a tutte le app, indipendentemente dal loro canale di distribuzione, incentrata sull’integrità della piattaforma e sulla protezione degli utenti. Ogni app sarà poi dotata di schede di installazione con una descrizione sintetica delle applicazione e delle sue funzionalità prima del download, comprendente anche l’identità dello sviluppatore, alcune schermate e altre informazioni essenziali. Ancora, sarà necessaria un’autorizzazione per chi vuole aprire un marketplace, per garantire che si impegni a proteggere gli utenti e gli sviluppatori. E infine, sono previste ulteriori protezioni contro le minacce informatiche, che impediscono l’avvio delle app iOS se si scopre che contengono malware dopo l’installazione sul dispositivo dell’utente.

Più rischi, meno comodità

“Apple non offre queste modifiche al di fuori dell’UE – si legge sul sito dell’azienda – perché non è il sistema più sicuro per i nostri utenti. Siamo stati molto chiari sulle nuove minacce introdotte dal DMA, tra cui un aumento dei rischi di malware, frodi e truffe, contenuti illeciti e discutibili e una minore capacità di Apple di rimuovere le app dannose. I cambiamenti richiesti dal DMA inoltre comportano nuove tecnologie e processi che non sono stati testati e che potrebbero richiedere un ulteriore sviluppo”. Sugli App Store alternativi non ci saranno solo più rischi, ma verosimilmente cambierà l’esperienza utente: “Funzionalità come le restrizioni sugli acquisti in-app in Screen Time e Condivisione acquisti in famiglia, l’acquisto universale e l’opzione Chiedi di acquistare non sono supportate. Apple non sarà in grado di assistere gli utenti in caso di rimborsi, cronologia degli acquisti, cancellazione e gestione degli abbonamenti, violazione della privacy dei dati degli utenti, abusi, frodi e manipolazioni (…). Gli sviluppatori, o il marketplace alternativo da cui è stata installata la loro applicazione saranno responsabili di affrontare questi problemi con i clienti”. In compenso, funzioni come Screen Time, controlli parentali e Spotlight continueranno a essere disponibili.  

Per gli sviluppatori

L’App Store e il suo ecosistema sono spesso definiti un “walled garden”, un giardino recintato, dove tutto è bello e sicuro, e funziona perfettamente, ma quello che manca è la libertà di scelta. Adesso grazie alla UE, arriva, perlomeno per gli utenti della Comunità, e arrivano anche novità per gli sviluppatori, che possono evitare di pagare commissioni ad Apple se adottano altre piattaforme di pagamento per gli acquisti in app o rinviano al proprio sito con un link. Qui si sono consumate sanguinose battaglie legali, con colossi come Spotify, Netflix, Amazon, Epic Games (quelli di Fortnite) e altri, perché le rispettive app sono gratuite, ma si paga un abbonamento per i contenuti: film, libri, musica, giochi. E su questo abbonamento Apple incassa il 30% il primo anno e il 15% dal secondo anno in poi. Da marzo, l’azienda di Cupertino non incasserà nulla, per gli utenti europei, ma che questo possa davvero tradursi in un abbassamento dei prezzi finali è tutto da dimostrare, perché già oggi nessuna di queste app prevede il pagamento in app: Kindle, ad esempio, non consente l’acquisto in app ma solo sulla piattaforma di Amazon o su altri dispositivi. In cambio, Apple introduce una tariffa fissa di 50 centesimi di euro, che le aziende dovranno pagare oltre il milione di download all’anno, se effettuato all’interno della UE. Dunque per la maggior parte degli sviluppatori non cambierà molto: anzi, Apple ridurrà le commissioni passando a 17% e 10% per gli acquisti in app (rispettivamente per il primo e per il secondo anno).

Fonte : Repubblica