L’acqua che sgorga dai nostri rubinetti – ma anche quella che viene confezionata in inutili bottiglie monouso, o ancora quella che contribuisce a coltivare i prodotti che finiscono nel nostro frigorifero – proviene probabilmente dalle falde acquifere, come vengono definiti gli strati di materiale sotterraneo costituiti da rocce porose o da sedimenti come sabbia e ghiaia in grado di trattenere l’acqua. Quando piove, parte dell’acqua si raccoglie nei laghi e nei fiumi per poi defluire verso il mare, ma una parte penetra nelle profondità del suolo, accumulandosi in questi bacini sotterranei.
Per arrivare alle falde acquifere e idratare le nostre società, scaviamo pozzi in superficie o trivelliamo il terreno. A quanto pare, però, questa attività di estrazione ci è sfuggita di mano. Un nuovo allarmante studio pubblicato il 24 gennaio sulla rivista Nature ha esaminato i dati di 1700 sistemi acquiferi in tutto il mondo, scoprendo che nel 71% dei casi le acque sotterranee stanno diminuendo. Più di due terzi di queste falde acquifere si stanno riducendo di 0,1 metri all’anno, mentre il 12% sta registrando un tasso di 0,5 metri (per farvi un’idea della portata del fenomeno, pensate di avere un pozzo e scoprire che in un anno il livello dell’acqua è sceso di 0,1 metri). Come se non bastasse, in quasi un terzo delle falde acquifere questa tendenza sta accelerando, in particolare dove il clima è secco e l’agricoltura è molto presente.
Una minaccia globale
“Le 300 milioni di osservazioni dal mondo reale in centinaia di migliaia di pozzi in giro per il mondo mostrano due risultati principali – spiega lo scienziato idrico Scott Jasechko dell’UC Santa Barbara, coautore della nuova ricerca –. Il primo è che la rapida diminuzione delle falde acquifere è purtroppo diffusa a livello globale, soprattutto nei luoghi aridi dove le colture sono estese. In secondo luogo, e cosa ancora più grave, la diminuzione delle acque sotterranee è accelerata negli ultimi quattro decenni in una porzione incredibilmente vasta della massa terrestre“.
In teoria le falde acquifere dovrebbero essere dei bacini d’acqua affidabili, chiusi al sicuro nel sottosuolo dove l’acqua non può evaporare facilmente. Rappresentano un cuscinetto di sicurezza da cui attingere nei momenti di bisogno, per esempio durante un’ondata di siccità. Ma dal Cile all’Afghanistan, passando da India e Cina e fino agli Stati Uniti, l’umanità sta svuotando queste riserve idriche a un ritmo insostenibile. Nelle mappe che vedete qui sotto, le zone di colore rosso intenso sono quelle che hanno riportato un calo delle acque sotterranee di un metro all’anno, mentre quelle in rosso chiaro sono interessate da un declino meno accentuato. Dove il clima arido sta diventando ancora più secco a causa dei cambiamenti climatici, le popolazioni hanno meno acqua in superficie e sono quindi costrette a estrarre in misura eccessiva dalle falde acquifere.
Fonte : Wired