Secondo il ministero della Sanità di Gaza, legato ad Hamas, alcune truppe di Israele avrebbero sparato su una folla di persone in attesa di aiuti umanitari a Gaza City. La notizia sta circolando da alcune ore su pochi media internazionali, ma non è ancora stata verificata e si attendono conferme o smentite.
Al Jazeera, il principale media internazionale in lingua araba, è stata la prima a riportare le dichiarazioni del ministero della Sanità palestinese, attorno alle 13 del 25 gennaio 2024. In base a quanto si legge, l’attacco sarebbe stato compiuto dai carri armati dell’esercito israeliano, che avrebbero sparato proiettili e bombe contro la folla radunata a Gaza City in attesa dei convogli umanitari. Circa 20 persone sarebbero state uccise e altre 150 ferite.
La notizia è stata ripresa anche da Associated Press (Ap), la principale agenzia stampa in lingua inglese e tra le maggiori al mondo assieme a Reuters. Nel suo comunicato, anche Ap conferma il numero di vittime indicato da Al Jazeera, aggiungendo che la strage sarebbe avvenuta nei pressi di una rotonda. Inoltre, secondo Ap, l’esercito israeliano starebbe indagando sul fatto, verificando i rapporti delle sue truppe che dovrebbero indicare i loro spostamenti e localizzazione.
Tuttavia, nessun altro media internazionale europeo, statunitense o orientale, come il South China Morning Post, ha riportato la notizia dell’attacco israeliano ai civili. Non ne stanno parlando né il New York Times, né il Guardian, né Deutsche Welle, né France 24. Nemmeno l’Organizzazione delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), principale agenzia umanitaria presente nella Striscia di Gaza, ha diffuso comunicati a riguardo.
Sappiamo invece con certezza che, nella notte del 24 gennaio, bombardamenti israeliani hanno distrutto il centro per rifugiati dell’Unrwa a Khan Younis, città del sud di Gaza, che dava ospitalità a circa 800 persone sfollate. Nell’attacco sono state uccise 13 persone e 56 sono state ferite, di queste 21 sono in condizioni critiche e rischiano di morire a breve.
Fonte : Wired