Dal 23 gennaio su Prime Video è disponibile Volevo un figlio maschio, film del 2023 diretto da Neri Parenti e interpretato da Enrico Brignano e Giulia Bevilacqua.
Come si può intuire fin dal titolo, non stiamo parlando di un film che vincerà Oscar o che passerà alla storia del cinema, ma per un’ora e mezza di relax può andare più che bene, nonostante evidenti difetti. Prima di spiegare appunto pregi e limiti (secondo noi) del film, ripassiamo la trama di Volevo un figlio maschio.
Di cosa parla Volevo un figlio maschio
Alberto Gatti (dopo il recente Gigolò per caso, un’altra omonimia con un difensore della Juventus) è un uomo sposato e con tre figlie femmine, e la moglie Emma è prossima a partorire per la quarta volta.
La vita di Alberto è tutto sommato serena, a parte il fatto che le donne della sua vita le impongono una serie di cose non molto gradite, dalla dieta vegana ai film romantici quando c’è la partita della Nazionale, dal saggio di violoncello della figlia di mezzo Cristiana ai problemi coi ragazzi della maggiore Giorgia, fino all’esagerato affetto della più piccola Giulia per il papà, che ha una strana reazione allergica quando la bambina lo stringe in un abbraccio.
Quando la moglie viene ricoverata per il quarto parto, lui deve cavarsela da solo nella gestione familiare, non senza difficoltà. Finché una sera, fuori dall’ospedale, incrocia lo strano professor Arturo De Sanctis che guarda le stelle con un telescopio e lo informa dell’imminente arrivo di uno sciame di stelle cadenti, invitandolo a esprimere un desiderio come fa lui stesso.
Così, mentre il prof. chiede di ringiovanire di trent’anni, Alberto si rivolge al cielo dicendo “basta femmine”, sperando quindi che Emma partorisca il tanto desiderato figlio maschio. Ma come dice Arturo bisogna essere molto precisi quando si esprime un desiderio: e infatti quando torna in ospedale Alberto scopre che non solo Emma ha dato alla luce un maschio, ma che Giorgia, Cristiana e Giulia sono diventate Giorgio, Cristiano e Giulio.
Sì in pratica ora Alberto ha quattro figli maschi, con cui condividere la sua passione per il calcio, le auto sportive, la carne… Naturalmente la cosa non finisce qui, ma per non fare spoiler ci fermiamo qui invitandovi a guardare il trailer di Volevo un figlio maschio.
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Perché vedere “Volevo un figlio maschio”
Se avete visto il trailer probabilmente avete già più o meno capito come finisce il film: diciamo pure che la trama è piuttosto prevedibile, e il finale è una delle tre o quattro opzioni che vi saranno venute in mente. Ma non è per la profondità della trama che consigliamo di vedere Volevo un figlio maschio.
“Da Grandi” è la commedia remake che vi farà tornare piccoli
Tanto meno c’è da aspettarsi chissà quale morale o insegnamento dalla visione di questo film, a cui va comunque riconosciuto il merito di mostrare in modo abbastanza riconoscibile i differenti approcci e comportamenti di un padre con le figlie e con i figli. Di nuovo, però, non è per questo che vi diciamo di vederlo.
Il motivo per cui suggeriamo di guardare Volevo un figlio maschio è che, semplicemente, intrattiene e fa ridere senza scadere nel volgare. E, lo diciamo per esperienza familiare, non c’è bisogno di essere fan di Enrico Brignano per divertirsi con questa semplice commedia italiana.
Voto: 6.5
Fonte : Today