L’amarezza per la morte di Curra ha trovato un po’ di sollievo negli esiti dell’autopsia. Gli esami, infatti, hanno appurato che la femmina di rinoceronte bianco meridionale era incinta di 70 giorni. Uno degli embrioni ottenuti in vitro, un maschio, aveva attecchito e stava crescendo.
“Ci sono voluti molti anni per arrivare a questo risultato e siamo entusiasti di avere ora la prova che questa tecnica funziona perfettamente”, ha dichiarato Thomas Hildebrandt, capo del progetto BioRescue. “È amaro che questa pietra miliare venga confermata in circostanze così tragiche, con la morte di Curra e del suo vitello, ma sono certo che questa prova di concetto rappresenti una svolta per la sopravvivenza del rinoceronte bianco settentrionale e per la salute degli ecosistemi centro-africani”.
Si tratta, dunque, di un enorme successo per gli scienziati, perché significa che la tecnica funziona, che è possibile replicarla anche con i preziosissimi embrioni di rinoceronte bianco settentrionale. E infatti un tentativo è previsto già per maggio-giugno 2024. D’altra parte non c’è tempo da perdere. I ricercatori ritengono importante che gli eventuali cuccioli di rinoceronte bianco settentrionale crescano insieme alle ultime due femmine viventi della loro specie, così da apprendere i tipici comportamenti e la comunicazione sociale. “Anche se gli embrioni possono essere conservati in azoto liquido per molto tempo – ha confermato Hildebrandt – abbiamo fretta di mettere al mondo un cucciolo di rinoceronte bianco settentrionale: con questa prova di concetto può diventare una realtà in due o tre anni”.
Variabilità genetica
La specie sarà così salva? Difficile rispondere a questa domanda. Gli embrioni di rinoceronte bainco settentrionale disponibili derivano tutti dalle cellule uovo prelevate da Fatu, una delle femmine ancora in vita, e sono state fecondate con gameti di due maschi deceduti. La variabilità genetica, così, è molto scarsa, insufficiente a garantire la sopravvivenza di una specie, dicono gli esperti. Le moderne tecniche di ingegneria genetica, però, potrebbero venire in soccorso. “BioRescue segue approcci scientifici alternativi per creare nuova prole per i rinoceronti bianchi settentrionali e garantire la massima diversità genetica della loro futura popolazione”, ha spiegato Susanne Holtze, scienziata del progetto BioRescue. “Queste strategie includono tecniche avanzate di riproduzione assistita e legate alle cellule staminali, nonché, in futuro, la modifica delle informazioni genetiche, recuperate dai campioni museali per essere reintrodotte nel pool genetico della sottospecie”.
“BioRescue ha stabilito un modello per il monitoraggio etico dei progetti internazionali di ricerca sulla conservazione. Tutte le fasi del progetto BioRescue sono costantemente controllate per verificare la conformità agli standard di benessere degli animali, la qualità scientifica e la sicurezza delle persone coinvolte”, ha commentato Barbara Mori dell’Università di Padova, che ha prodotto la valutazione etica del progetto. “Ci sono cose che non possiamo controllare, ma con BioRescue abbiamo stabilito i più alti standard etici possibili nei progetti di ricerca sulla conservazione. Il monitoraggio etico continuo viene effettuato di routine per evitare rischi sia per le persone che per gli animali, mentre le opinioni e le percezioni del pubblico e delle parti interessate sono incluse nel processo di valutazione. Il continuo sviluppo delle procedure di monitoraggio etico di BioRescue può essere di grande beneficio per altri progetti di ricerca sulla conservazione che salvano specie a rischio”.
Fonte : Wired