Gaza, la zona cuscinetto tra Israele e la Striscia

Israele ha finalmente fatto sapere quali sono i suoi piani per la Striscia di Gaza, ammettendo per la prima volta di aver cominciato a creare una zona cuscinetto larga un chilometro, lungo tutto il confine dell’enclave palestinese. Per farlo sta demolendo ogni edificio, distruggendo campi coltivati e abbattendo le infrastrutture civili entro un chilometro dal confine israeliano, restringendo considerevolmente il territorio della Striscia.

Già a dicembre 2023, come riporta Reuters, Egitto, Giordania, Emirati arabi uniti, Arabia saudita e Turchia sarebbero state informate da Israele dei suoi piani relativi alla creazione della zona cuscinetto a Gaza. Tuttavia, in quell’occasione né i paesi arabi, né Istanbul, né Tel Aviv hanno rilasciato comunicati a riguardo. Al contrario, i funzionari israeliani contattati da Reuters sono stati molto vaghi, mettendo in forse il progetto, come fosse solo un’ipotesi.

Ora le cose sono cambiate a causa di un errore di comunicazione dell’esercito. Dando la notizia della morte di 21 soldati israeliani, alcuni funzionari hanno detto che sono stati uccisi “nella zona cuscinetto tra le comunità israeliane e Gaza”, come riporta il Washington Post. In questo modo il bluff di Tel Aviv è stato svelato e, nei giorni successivi, le autorità hanno specificato e definito il loro piano.

Il no di Washington

La ragione della reticenza israeliana sta nella forte contrarietà degli Stati Uniti al progetto, da anni presente sulle carte del governo del leader Benjamin Netanyahu. Proprio a dicembre, meno di una settimana dopo l’articolo appena citato, un funzionario del dipartimento di Stato americano ha detto a Reuters che il governo statunitense si sarebbe opposto a qualsiasi riduzione dei territori palestinesi dovuta dalla guerra, mentre negli ultimi giorni lo stesso concetto è stato ribadito da Antony Blinken, il segretario di Stato americano.

Ma come hanno mostrato gli stessi israeliani sui social media, da novembre l’esercito di occupazione a Gaza sta demolendo tutto ciò che trova, non solo con i bombardamenti e i carri armati, ma anche con cariche esplosive piazzate alle fondamenta e usando mezzi pesanti come ruspe e bulldozer. Secondo il media israeliano N12, nell’area dove sarà imposta la zona cuscinetto erano presenti 2.850 edifici, di cui 1.100 sono stati già rasi al suolo.

L’obiettivo di Tel Aviv è creare una terra di nessuno, disabitata e senza edifici a ridosso del confine, per impedire che possano avvenire nuovi attacchi via terra come accaduto il 7 ottobre 2023. L’area sarà sorvegliata militarmente e il suo accesso sarà interdetto alla popolazione civile, che non potrà più coltivare o usare quei terreni in altro modo. Israele si prepara quindi a ridurre ulteriormente il territorio di Gaza, strappando sempre nuove terre ai palestinesi, in una pratica che va avanti illegalmente dal 1948.

La Striscia è già un’area strettissima, che misura un minimo di 6 chilometri di larghezza fino a un massimo di 12, nella sua parte più ampia, ed è lunga appena 40 chilometri. La superficie totale è di 365 chilometri quadrati, un terzo di quella del comune di Roma, ed è abitata da circa 2 milioni di persone, il che la rende uno dei posti più densamente popolati al mondo. Ridurre ulteriormente la sua superficie significherebbe costringere i palestinesi a condizioni di vita ancora più difficili.

Fonte : Wired