Palestina, perché le chiavi sono un simbolo della causa

Contrariamente alle aspettative, le milizie nazionaliste ebraiche riuscirono a respingere l’attacco e misero in atto una controffensiva che culminò con la conquista di enormi porzioni del territorio palestinese. Alla fine del conflitto Israele occupava il 72% del territorio della Palestina e, invece di trovare un accordo con la popolazione conquistata, avviò una radicale operazione di pulizia etnica della zona, uccidendo 15mila persone, distruggendo città e villaggi e costringendo 750mila persone a migrare nei campi profughi in cui ancora oggi vivono i loro discendenti.

Perché la chiave diventò un simbolo del popolo palestinese

Durante la cacciata del popolo palestinese, le persone in fuga portarono con sé le chiavi delle case che erano state costrette a lasciare con la forza, nonostante fossero state rase al suolo e demolite. Il gesto simboleggiava la loro determinazione a tornare indietro, come prova del loro diritto a vivere in pace nella loro terra e nelle loro abitazioni. Da allora le chiavi sono passate di generazione in generazione e ancora oggi vengono custodite come un tesoro prezioso.

Per anni i palestinesi hanno sfilato per le strade di Gaza con le loro chiavi per ricordare la nakba, chiedendo alla comunità internazionale di rispettare il loro diritto alla vita e di fermare la continua espansione degli insediamenti israeliani. Nonostante ciò, il governo di Israele ha negato ogni possibilità di ascolto, malgrado le pressioni dell’Onu, continuando ad allargare i propri insediamenti illegali nei territori palestinesi della Cisgiordania e a Gerusalemme est.

Oggi i rifugiati palestinesi sono circa 6 milioni e un terzo vive in Libano, Giordania, Siria e nei territori occupati da Israele. Altri due milioni si trovano nella Striscia di Gaza, quasi tutti discendenti dei palestinesi espulsi nel 1948, e oggi stanno subendo lo stesso destino dei loro predecessori. Dal 7 ottobre 2023 Israele ha ucciso circa 25mila palestinesi, costringendo l’85% della popolazione di Gaza a rifugiarsi al confine con l’Egitto, nel sud dell’enclave, e il leader israeliano, Benjamin Netanyahu, ha rifiutato di accettare la creazione di uno stato palestinese per portare alla conclusione del conflitto. Così, ancora una volta, i palestinesi sono stati costretti ad abbandonare le loro abitazioni e hanno portato con sé le chiavi di casa. Non sono più gli ingombranti e pesanti oggetti di ferro che venivano legati alla cintura dai loro nonni e dalle loro nonne, ma racchiudono in loro lo stesso pesante e ingombrante bagaglio di dolore e sconfitta.

Fonte : Wired