Giorgia Meloni critica Israele e va allo scontro con Stellantis

La sortita della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nell’aula di Montecitorio per rispondere al “question time” non ha offerto solo i “duelli” con la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein e con il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte.

Giorgia Meloni torna alla Camera, i duelli con Elly Schlein e Giuseppe Conte

La premier è anche entrata nel merito di due questioni che tengono banco in questo periodo e ha utilizzato il dibattito parlamentare anche per consolidare la linea del suo esecutivo e della maggioranza che lo sostiene sulla guerra in Medio Oriente e sullo scontro ormai aperto con Stellantis, accusata di aver messo in mani francesi del gruppo.

Meloni: “La Palestina ha diritto a uno Stato”

A sollecitare un intervento della presidente del Consiglio sulla drammatica situazione nella striscia di Gaza, il deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra, Nicola Fratoianni: “Ogni giorno – ha spiegato nel suo intervento – i crimini di guerra che Netanyahu sta mettendo in campo allontanano la prospettiva di sicurezza per Israele, palestinesi e il mondo intero. Di fronte a questa realtà non sono sufficienti gli appelli, ma occorre un cambio di passo e se non si condividono le dichiarazioni di Netanyahu che ha detto ‘mai uno stato palestinese finché ci sarò io’, ponendosi come una gigantesca pietra sulla strada per costruire la pace, il richiamo alle roadmap non funziona più. E in assenza di un cambio di passo, anche il nostro governo rischia di rendersi complice di quello che ogni giorno si configura come un inaccettabile massacro di civili”, ha concluso.

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“L’Italia – ha dichiarato Giorgia Meloni – ha sempre ribadito che il popolo palestinese ha diritto a uno Stato: è una soluzione giusta e necessaria, nell’interesse dei palestinesi e degli israeliani. Sul no del governo d’Israele al riconoscimento della soluzione due popoli due Stati in Medio Oriente non condivido la posizione assunta ultimamente da Netanyahu, ma questo non può essere richiesto unilateralmente: la condizione è il riconoscimento del diritto all’esistenza dello Stato ebraico”.

“Vogliamo tornare a produrre in Italia almeno un milione di veicoli”

Interessante anche il passaggio su Stellantis, che vede la premier coinvolta in un’insolita polemica con Repubblica. Meloni, durante la trasmissione “Quarta repubblica”, aveva commentato un articolo dal titolo “L’Italia in vendita”, che criticava il governo sulle privatizzazioni dei grandi asset. “Bello tutto – aveva detto – ma è singolare che questa accusa arrivi dal giornale di proprietà di quelli che hanno preso la Fiat e l’hanno ceduta ai francesi, che hanno trasferito all’estero sede fiscale e legale, hanno messo in vendita sui siti immobiliari le sedi delle nostre storiche aziende italiane. Non so se il titolo fosse un’autobiografia, ma le lezioni di tutela dell’italianità da questi pulpiti anche no”.

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Incalzata da capogruppo di Azione alla Camera, Matteo Richetti, la premier è tornata sull’argomento: “Il governo – ha spiegato – vuole difendere l’interesse nazionale, instaurare un rapporto equilibrato con Stellantis per difendere la produzione e i livelli occupazionali in Italia.

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Vogliamo tornare a produrre in Italia almeno un milione di veicoli l’anno con chi vuole investire davvero sulla storica eccellenza italiana. Il gruppo Fiat ha spostato la sede fiscale fuori dai confini nazionali e ha realizzato una operazione di presunta fusione tra Fca e Psa, che celava in realtà un’acquisizione francese dello storico gruppo italiano, tanto che oggi nel Cda di Stellantis siede un rappresentante del governo francese e non è un caso se le scelte industriali del gruppo prendono in considerazione molto più le istanze francesi rispetto a quelle italiane. Il risultato è che in Francia si produce più che in Italia, dove siamo passati da oltre 1 milione di auto prodotte nel 2017 a meno di 700mila nel 2022″.

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Fonte : Today