È una super app del Kazakhstan la protagonista della più grande offerta pubblica iniziale (Ipo) presentata negli Stati Uniti per quotarsi alla Borsa di New York, dopo quella della tedesca Birkenstock. Come riporta Quartz, Kaspi.kz ha infatti lanciato la sua Ipo il 19 gennaio, raccogliendo circa un miliardo di dollari e debuttando con uno 0,5% in più rispetto al prezzo di offerta, per una valutazione complessiva di 17,51 miliardi di dollari.
Valutazioni più attente dagli addetti ai lavori saranno fatte più in là. Se è vero che il risultato è lusinghiero, appare comunque una tiepida risposta da parte del mercato nel momento in cui lo Standard & Poor’s 500, l’indice benchmark più importante di Wall Street, ha toccato il suo massimo storico. Questo dato, unito a quello che vede il titolo di Birkenstock scambiato al di sotto del prezzo delle sue azioni di debutto, certifica l’atteggiamento cauto degli investitori nei confronti delle nuove quotazioni azionarie.
Kaspi.kz, che ha sede ad Almaty, è stata fondata da Mikheil Lomtadze e Vyacheslav Kim come banca nel 2008. Nel tempo, ha focalizzato la propria attenzione sulla vendita della propria super app, attraverso la quale fornisce in un’unica sede una serie di utilità, tra i quali servizi bancari, prestiti, pagamenti, ecommerce, dichiarazione dei redditi, rinnovi della patente di guida, biglietti aerei. La società ha chiuso il 2023 con un fatturato di 2,68 milioni di dollari e un utile netto di 1,24 milioni e ha raggiunto quota 13,5 milioni di clienti.
Quotata alla Borsa di Londra dal 2020, Kaspi.kz lo era già sia a quella del Kazakhstan, sia all’Astana International Exchange. Con l’Ipo a Wall Street, l’azienda cerca ora maggiore liquidità e lo fa da terza realtà più grande a compiere un passo del genere dal 2020, dopo Arm e Kenvue. Il Kazakihtan ha un Pil inferiore alla maggior parte dei paesi dove hanno sede le principali aziende che si sono quotate a Wall Street, eppure proprio dall’ex nazione sovietica Kaspi.kz si confronta con le altre super app sul mercato, come per esempio le cinesi WeChat e Alipay, l’indonesiana GoJek e la singaporiana Grab.
Fonte : Wired