Tommaso Caligari, il 17enne che usa l’IA per la diagnosi precoce del Parkinson

Tommaso Caligari ha 17 anni ed abita a Cressa, un paesino di millecinquecento abitanti in provincia di Novara. Oggi verrà premiato al Senato per una invenzione che utilizza l’intelligenza artificiale per la diagnosi precoce del Parkinson, la malattia che aveva il suo amatissimo nonno. Quando gli dissero che l’unico modo di curarla era accorgersene in una fase iniziale, quando si verificano anomalie nell’oscillazione delle braccia che però non sono visibili ad occhio nudo, Tommaso ha fatto l’unica che sentiva di poter fare: si è messo a studiare per inventare la soluzione. Nella mansarda di casa trasformata in un laboratorio finora aveva dimostrato un talento precoce trasformando un passeggino in un go kart, o dei tappi di bibite in  torce; quando si è iscritto all’istituto tecnico industriale di Novara ha realizzato una foglia artificiale che converte l’anidride carbonica in metanolo. Tutti progetti che erano nati anche dialogando con il nonno Sergio, che era stato un meccanico e da pensionato passava il suo tempo nel garage-officina ad aggiustare cose fino a quando il Parkinson glielo ha concesso. Tommaso  allora ha elaborato un algoritmo, ha collegato il computer a due telecamere, ed ha affidato all’intelligenza artificiale il compito di rilevare quelle impercettibili anomalie nei movimenti degli arti. Ci è voluto un anno di studio ed esperimenti, i test sono stati condotti presso l’Associazione Parkinson di Arona e hanno per ora confermato le ipotesi del giovanissimo scienziato. Ci vorranno ovviamente altri test per mettere alla prova l’algoritmo di Tommaso Caligari ma intanto la sua storia riempie il cuore di speranza. Mentre i politici non perdono occasione per dirci quanta paura abbiano dell’intelligenza artificiale lui la sta usando per vincere una sfida altrimenti impossibile. In proposito alla Stampa – che ha raccontato la sua sua storia –  ha detto: “È una cosa meravigliosa, ci aiuterà tantissimo. ma va gestita nel modo corretto, come qualsiasi cosa”.

Fonte : Repubblica