I suoi collaboratori lo chiamano “Mr. Creative”. Il Creativo. Ma forse è ora di aggiornare quel soprannome. Suggerisco “Mr. AI”. Tae Moon Roh, presidente e capo della divisione Mobile Experience di Samsung, sorride divertito. Cerca di contenersi, a fatica. Si intuisce che l’appellativo non gli dispiace.
Vicino a lui Simon Sung, il Ceo europeo dell’azienda, ride invece fragorosamente. E mi corregge: “Sì, lo chiameremo Mr. Mobile AI”.
Ma poi entrambi si ricompongono. Per Samsung l’intelligenza artificiale non è uno scherzo. L’azienda sudcoreana ha appena svelato il suo nuovo Galaxy S24, uno smartphone pensato e costruito – per la prima volta – intorno all’IA generativa, una sorprendente tecnologia capace di produrre testi e immagini come farebbe un essere umano.
“Per me l’IA generativa non è la fine – ci aveva detto proprio TM Roh a luglio scorso – Anzi, è l’inizio del ‘me’. La considero uno strumento”. Sei mesi dopo, la visione del manager ha preso la forma di un telefono.
“Sono convinto che i dispositivi mobili, inclusi gli smartphone, diventeranno il principale punto di accesso all’intelligenza artificiale e alle sue applicazioni” dice TM Roh consultando, di tanto in tanto, gli appunti scritti in coreano che ha disposto ordinatamente davanti a sé. TM Roh parla nella sua lingua, lentamente. Una donna, al suo fianco, traduce in inglese.
Soltanto poche ore prima, TM Roh era un puntino minuscolo al centro dell’arena in cui giocano a hockey sul ghiaccio gli “Sharks” di San Jose, una città della California che ospita alcune tra le più grandi aziende tech della Silicon Valley: Adobe, Intel, Oracle.
Nel Sap Center, che tutti a San Jose chiamano “la vasca degli squali”, Samsung ha allestito una scenografia spettacolare per il suo Galaxy Unpacked, l’evento globale attraverso cui l’azienda svela – ogni anno – i suoi smartphone top di gamma. TM Roh ha aperto l’evento. Tra gli ospiti c’era anche MrBeast, lo youtuber più famoso – e più pagato – al mondo.
Un’ora di presentazione, ben congeniata. Grande spazio alle dimostrazioni delle funzioni basate su IA del nuovo smartphone. Una di queste permette di tradurre (quasi) in tempo reale le telefonate tra due persone che non parlano la stessa lingua.
“Vogliamo permettere alle persone di comunicare senza barriere” dice TM Roh, guardando finalmente negli occhi i suoi interlocutori.
Alle spalle del top manager Samsung, nella sala dell’hotel Signia di San Jose scelta per il colloquio con una selezione di giornalisti europei, c’è la scritta “Galaxy S24” contornata da stelline: sono il simbolo dell’intelligenza artificiale.
Sul nuovo Galaxy S24 le “stelle” entrano in azione quando si ha bisogno di riassumere degli appunti o una pagina web. Oppure quando si intende modificare un’immagine in modo creativo, spostando per esempio un elemento all’interno di uno scatto.
Queste operazioni erano confinate, fino a poco tempo fa, alla potenza di calcolo dei computer. Samsung invece punta a mettere l’IA nelle tasche delle persone. “Entro la fine di quest’anno porteremo la Galaxy AI su cento milioni di dispositivi in tutto il mondo” dice TM Roh. E spiega che anche i modelli più recenti – lanciati nel corso del 2023 – riceveranno presto le nuove funzioni “generative”: si tratta del Galaxy S23 e dei due pieghevoli Galaxy Z Fold 5 e Galaxy Z Flip 5.
Ma l’IA generativa è ancora un campo minato. Esistono rischi concreti legati alla privacy di chi la utilizza. E poi bisogna tenere conto delle “allucinazioni”, vale a dire la tendenza dell’intelligenza artificiale a produrre contenuti completamente inventati o errati. Integrando questa tecnologia nei suoi dispositivi mobili, Samsung ha battuto sul tempo Apple e gli altri principali produttori di smartphone. Ma si è anche presa un rischio. TM Roh ne è consapevole: “Proteggeremo i dati degli utenti con Knox [la tecnologia sviluppata da Samsung per la sicurezza dei suoi dispositivi mobili, nda] e continueremo a lavorare con i nostri partner per assicurare filtri di sicurezza adeguati”.
“Vogliamo garantire massima trasparenza riguardo l’utilizzo dell’intelligenza artificiale – aggiunge TM Roh -. Saranno gli utenti a decidere se sfruttare l’IA solo sul dispositivo oppure se accedere a prestazioni maggiori servendosi dell’IA che richiede la connessione a internet”.
Cosa c’è dentro il nuovo Samsung Galaxy S24, lo smartphone pensato per chi usa l’IA generativa
E qui veniamo al motivo per cui TM Roh è volato da Seul a San Jose, una città che offre ben poco oltre alla tecnologia. A pochi chilometri di distanza, appena diciotto minuti in auto, c’è un’altra località simbolo della Silicon Valley. Si chiama Mountain View e ospita il quartier generale di Google.
Samsung ha scelto Gemini, il modello di IA più avanzato di Google, per rendere ancora più intelligente il suo Galaxy S24. Alcune delle funzioni del nuovo smartphone – la possibilità di spostare o cancellare elementi in un’immagine, appunto – dipendono totalmente dall’IA generativa di Big G. Tutto questo ha un costo per Samsung. E potrebbe averlo, in futuro, anche per il consumatore.
Quello che sappiamo, infatti, è che gli strumenti basati su IA saranno offerti gratuitamente da Samsung fino al 2025.
Ma cosa succederà dopo? Gli utenti dovranno pagare per usare l’intelligenza artificiale?
“L’IA ha un costo elevato – spiega TM Roh – sia per l’utilizzo del cloud sia per le risorse necessarie all’addestramento e al miglioramento dei modelli. Siamo solo all’inizio dell’era degli AI Phone. Cambierà l’industria degli smartphone e cambieranno anche le esigenze dei consumatori. Alcuni strumenti resteranno gratuiti, ma in futuro l’IA più potente potrà avere un costo. Dipenderà dall’esigenza dei consumatori”.
E, forse, dipenderà anche dalle strategie di Google. Ma su questo punto TM Roh è molto chiaro: l’accordo sull’IA non è esclusivo. “La collaborazione aperta per noi è essenziale – spiega -. Per il Galaxy S24 abbiamo scelto Google perché ci ha offerto le soluzioni che abbiamo ritenuto migliori per i nostri dispositivi mobili. Ma all’occorrenza, in futuro, potremmo lavorare con altri partner per sviluppare funzioni specifiche per i nostri prodotti”.
C’è un altro costo che TM Roh si guarda bene dal sottolineare. È quello che deve sostenere l’ambiente. La nuova IA generativa richiede un dispendio di energia enorme, in particolare un consumo d’acqua spropositato. Non è un problema soltanto di Samsung, ma di certo questo aspetto stride con la sostenibilità che insegue con impegno l’azienda sudcoreana: dagli smartphone fino al packaging, molti materiali sono riciclati.
“Il Galaxy S24 è il primo dispositivo al mondo per cui sono stati riciclati il cobalto e altri materiali rari” afferma TM Roh. Con il nuovo top di gamma, inoltre, Samsung si impegna a offrire sette anni di aggiornamenti del sistema operativo e della sicurezza. Si tratta di un incremento notevole rispetto al passato, che allunga la vita dei telefoni. A questo si aggiunge il programma Self Repair dell’azienda sudcoreana, che consente ai suoi clienti di acquistare ricambi originali di smartphone e tablet per poterli riparare in autonomia.
Quanto sarà potente l’IA tra sette anni? E su quali dispositivi la useremo? TM Roh non ha la sfera di cristallo, ma è certo che l’intelligenza artificiale, unita ai dispositivi mobili, segnerà la prossima decade dell’industria tecnologica. “Perché questa è una rivoluzione come quella a cui abbiamo assistito negli anni 90 con internet e negli anni Duemila con gli smartphone” afferma il manager Samsung.
E lei, invece, come si vede tra dieci anni? Che eredità intende lasciare in Samsung?
Nel rispondere a questa domanda, TM Roh per la prima volta parla a briglia sciolta. E si concentra per trovare quelle parole che fino a qualche istante prima pescava, infallibile, dalla sua mente. Con un’efficienza che farebbe invidia a una macchina.
“La filosofia di Samsung Electronics, così come quella di Samsung Mobile, è chiara – afferma TM Roh -. In base alla tecnologia a disposizione, ci impegniamo a offrire prodotti e servizi che contribuiscano al bene dell’umanità e della società. La mia missione, per i prossimi anni, è mettere in pratica questa visione. Fare in modo che Samsung sia ancora più amata e rispettata nel mondo”.
Fonte : Repubblica