Ucciso il capo dei pasdaran in Siria, Iran accusa Israele e minaccia una dura risposta

Sono cinque i consulenti militari, membri delle Guardie rivoluzionarie, rimasti uccisi in un attacco israeliano a Damasco, in Siria, nella giornata del 20 gennaio. Nei bombardamenti, è morto il capo dell’intelligence in Siria dei Guardiani della Rivoluzione iraniani. La conferma è arrivata dagli stessi Pasdaran che in una nota hanno dichiarato di aver perso cinque dei loro membri nel raid. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sono dieci le persone morte nell’attacco lanciato nel quartiere Mezzeh della capitale siriana. Il raid di precisione ha distrutto un palazzo residenziale che, secondo fonti locali, era usato da consiglieri iraniani e di Hezbollah che sostengono il regime del presidente siriano Bashar al-Assad.

Il raid fa alzare la tensione nella regione. L’Iran ha condannato l’attacco missilistico in Siria, definendolo un “tentativo disperato di diffondere instabilità nella regione”. Teheran ha puntato il dito contro il suo nemico storico, incolpando Israele per l’attacco, ma non c’è stato alcun commento immediato da parte di Tel Aviv. Il portavoce del ministero degli Esteri Nasser Kanaani ha detto che l’Iran “si riserva il diritto di rispondere”. “È opportuno che i governi, le organizzazioni regionali e internazionali, compreso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, abbiano una reazione esplicita all’aggressione, alle azioni terroristiche e criminali del regime sionista e lo condannino con forza”, sottolinea ancora Kanani.

Il portavoce del ministero degli Esteri ha sottolineato che i consiglieri militari della Repubblica islamica dell’Iran, che si trovano in Siria su invito ufficiale del governo siriano, hanno svolto un ruolo importante nell’aiutare il governo, l’esercito e il popolo siriano a combattere il terrorismo e a contribuire all’instaurazione di pace, stabilità e sicurezza duratura nel paese negli ultimi anni. L’assassinio di consiglieri militari iraniani da parte di Israele, sostiene, “indica chiaramente il legame profondo e organizzato tra questo regime terroristico e vari gruppi terroristici e l’Isis nella regione”.

L’agenzia AFP ha riferito che Kanaani ha denunciato “frequenti violazioni della sovranità e dell’integrità territoriale della Siria e un’escalation di attacchi aggressivi e provocatori” da parte di Israele. 

L’ennesimo colpo israeliano alle forze dell’Iran

Le immagini giunte da Damasco hanno mostrato una fitta colonna di fumo levarsi dal sito, isolato da ambulanze e soccorritori alla ricerca di sopravvissuti sotto le macerie dell’edificio completamente crollato. Nessun commento finora da Israele. La zona ospita anche il quartier generale delle Nazioni Unite, le ambasciate e i ristoranti. A dicembre, un raid aereo israeliano ha colpito a morte in Siria il generale iraniano Razi Moussavi, il comandante più anziano delle Forze Quds a essere ucciso nella regione, dopo l’assassinio a Baghdad il 3 gennaio 2020 del comandante Qasem Soleimani. 

Da quando la guerra ha iniziato a martoriare il territorio di Damasco, nel 2011, l’Iran ha esteso la sua influenza nel Paese. Nel regime iraniano, le Guardie rivoluzionarie sono il corpo militare più importante. Dipendono direttamente dalla Guida suprema Ali Khamenei, ma hanno anche enormi interessi economici che derivano dal regime teocratico, motivo per cui sono fortemente incentivati a tutelarlo. L’Iran considera Israele come uno dei suoi più acerrimi nemici e non sorprende la minaccia lanciata da Teheran a seguito dell’uccisione dei Pasdaran in Siria.

Fonte : Today