Ho rifatto il passaporto ed è stato un caos: quali sono i rischi per le prossime vacanze

Se per le prossime vacanze intendete recarvi in un Paese che necessita un passaporto, sbrigatevi a richiederlo. Nelle principali città si è creato un vero e proprio “ingorgo” tra prenotazioni fissate a distanza di mesi e open day in autogestione fuori dai commissariati. In tanti casi le tempistiche sono così lunghe che qualcuno denuncia una “limitazione alla libertà di movimento”. Sul banco degli imputati è finito il sito passaportonline.poliziadistato.it, col quale dovrebbero essere effettuate le prenotazioni, ma nonostante la “rivoluzione digitale” è arduo ottenere un appuntamento per il prezioso documento di viaggio. Il passaporto tricolore, diventato nel 2024 uno dei più “potenti” al mondo, assume per molti le sembianze di una chimera. 

Prenotazioni impossibili

Ore 9 del mattino, davanti a un commissariato in provincia di Napoli si è formato un capannello di persone tale che un’ignara signora domanda: “Ma c’è un concorso pubblico?”. No, è la fila per richiedere o ritirare il passaporto. A fine dicembre le prime prenotazioni utili in zona risultavano a ottobre 2024, ma informandomi in commissariato scopro dell’open day: martedì per i residenti in città, il giovedì per chi abita in provincia. Chiedendolo per motivi di lavoro, in 48 ore è pronto e devo “solo” ritirarlo. Un vero miracolo, ma per gran parte delle persone i tempi sono biblici. Sono venute da tutti i paesi limitrofi, perfino dalla penisola sorrentina, per approfittare di questa possibilità. Lamentano la difficoltà di prenotare un appuntamento online, per cui preferiscono fare la fila dalle prime ore del mattino.

“Bisogna connettersi a mezzanotte precisa o alle 8 del mattino e prenotare entro i primi cinque minuti, altrimenti è impossibile trovare un posto”, afferma un signore. Chiedo se per la fila c’è un numero da ritirare, vengo indirizzata da un uomo con la giacca delle frecce tricolori, barbetta e cappello di lana nero. Su un foglio segna l’ordine di arrivo e il motivo della richiesta, alternando prenotati, non prenotati e ritiri. Perché si è creata questa situazione? “Io non sono un poliziotto, ma un operaio della Fiat di Pomigliano”, risponde. “Ma come, voi avete proprio la faccia del poliziotto!”, esclama una donna incredula. 

Autogestione 

Verso le 10 un’impiegata si affaccia per spiegare i criteri di accesso, diversi da quelli adottati nel frattempo in autogestione. L’equilibrio salta. Una signora si impone per entrare all’ora dell’appuntamento a prescindere dalla lista, un energumeno minaccia di non voler aspettare per il solo ritiro. Per quieto vivere lo si fa entrare prima. Una coppia dall’aria elegante scansa tutti, bussa al citofono ed entra. Lui cappotto blu e barba rasa, lei in rosa e perfetta messa in piega. Immaginiamo una denuncia, invece li ritrovo dentro che stanno presentando i documenti per un viaggio. La furbizia veste Prada. Fuori rimane chi ha preso un permesso dal lavoro, chi deve recuperare i figli da scuola, chi ha già atteso sei ore per la prenotazione e ora teme gliene tocchino altrettante per il ritiro. Col passare del tempo la stanchezza arriva e i nervi saltano. L’operaio-poliziotto è andato via, una ragazza riscrive in maniera chiara la lista e gestisce un po’ di polso e un po’ di compromesso.

Open day presi d’assalto

Dopo circa tre ore riesco a entrare. Una fonte della polizia prova a spiegare le ragioni del caos, che riguarda numerose questure e commissariati: “Si è creato un vero e proprio ingorgo. Dopo la fine della pandemia le persone hanno ripreso a viaggiare, poi la Brexit ha fatto incrementare le richieste, infine ci sono state circolari non chiare da parte del ministero che hanno creato problemi ulteriori. Noi facciamo l’open day tutte le settimane, ma altri commissariati accettano solo le prenotazioni”. Ci sono quindi uffici che smistano centinaia di persone al mese e altre che procedono a passo di lumaca. All’uscita la gestione è passata a una rappresentante di prodotti per la salute. Col sorriso sulle labbra organizza le ultime entrate, fa accomodare chi è stanco, saluta chi ha presentato la pratica come fosse un maratoneta al traguardo. Vado via con la sensazione di un film di Luciano De Crescenzo: al posto del cavalluccio, quello rosso è il mio passaporto.

Digitale ma non troppo

Nell’era del digitale il primo ostacolo è quello del bollettino (€ 42,50) da pagare recandosi all’ufficio postale, ma in tante sedi manca la specifica documentazione. La marca da bollo di 73,50 il tabacchi a cui mi sono rivolta ha preteso pagassi in contanti, altri lamentano una maggiorazione di 1,50 euro per pagare con carta. Il vero macigno è la prenotazione, soprattutto in grandi città come Roma, Milano e Napoli. “Ho prenotato i primi di maggio a Roma, appuntamento a metà agosto e il passaporto sarà pronto per ottobre”, racconta la collega Roberta. Non è andata meglio a Fabio, che pur avendo prenotato a dicembre, sarà ricevuto a fine giugno sempre nella capitale. Anche nella ben più piccola provincia di Treviso, facendo richiesta il 18 gennaio, il primo appuntamento utile è a ottobre. Dalle testimonianze raccolte la situazione risulta migliore a Palermo, dove ci si sbriga in un mese circa o anche meno. Dopo aver presentato i documenti, c’è chi come Luca ha ricevuto l’e-mail di notifica del passaporto pronto in pochi giorni. 

Passaporto in 30 minuti 

La situazione migliora decisamente nei centri abitati più piccoli, dove in tanti si mettono semplicemente in fila davanti ai commissariati. Secondo i calcoli della Confcommercio (2022) nel 35% delle richieste servono almeno cinque mesi solo per fissare un appuntamento, mentre in due casi su tre sono necessari non meno di tre mesi, a cui vanno aggiunti 60 giorni circa per ricevere il documento. Per i residenti all’estero l’attesa per l’appuntamento è analoga, ma va molto meglio una volta presentato il materiale. “Il sistema di gestione delle prenotazioni è ridicolo, ma l’esperienza rimane positiva perché una volta consegnati i documenti in 30 minuti ho ricevuto il passaporto”, dice Michele, che si era rivolto al consolato italiano a Bruxelles. 

Procedure d’urgenza

La storia ha due facce. Per le procedure d’urgenza, commissariati e consolati si dimostrano pronti a rispondere alle esigenze dei cittadini. Per attivarla è necessario presentarsi con documentazione che attesti ragioni di lavoro o familiari a sostegno della necessità immediata del documento, che viene rilasciato entro 48/72 ore. “Sono stati rapidissimi per rifare il passaporto in seguito a un furto, quando dovevo prendere un aereo per gli Stati Uniti con biglietto non rimborsabile”, ricorda Bruno in merito alla sua esperienza col consolato di Bruxelles.

Viaggi saltati

Oltre alle lungaggini ci sono da calcolare i danni economici per le agenzie di viaggio. L’estate scorsa secondo la Federazione Turismo Organizzato (FtoConfcommercio) sono stati annullati 167mila viaggi internazionali, per un giro d’affari da 300 milioni di euro andato in fumo. “L’emergenza Covid è ormai alle spalle da tanto tempo e non è più accettabile nemmeno la giustificazione che riguarda la maggiore domanda in ragione della Brexit”, ha diffuso in una nota dell’ottobre scorso Franco Gattinoni, presidente della Federazione. “Le imprese, in particolare le agenzie di viaggio che stanno perdendo prenotazioni, hanno bisogno di uno Stato che supporti la crescita dell’economia e non di una Pubblica amministrazione che frena, rallenta e ostacola”, ha aggiunto, chiedendo alle istituzioni e alla politica di garantire procedure più snelle e rapide. Un messaggio che non sembra essere arrivato a destinazione, chissà se anche lui è in attesa di un passaporto. 

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Fonte : Today