Strage di Viareggio, attesa la sentenza della Corte di Cassazione 

AGI – E’ attesa nelle prossime ore la sentenza della Cassazione che potrebbe mettere la parola ‘fine’ al processo sul disastro ferroviario avvenuto a Viareggio, nel quale 32 persone persero la vita a seguito dell’incendio divampato la sera del 29 giugno del 2009, quando un treno merci partito da Trecate, in Piemonte, e diretto a Gricignano, in Campania, deragliò poco dopo aver superato la stazione ferroviaria della cittadina balneare toscana.

Oggi è in programma, nell’Aula Della Torre del ‘Palazzaccio’, una nuova udienza, nella quale saranno svolte le ultime arringhe dei difensori. Poi il collegio di giudici, presieduto da Gastone Andreazza, entrerà in camera di consiglio. Sono 18 i ricorsi che la terza sezione penale della Corte è chiamata a esaminare contro la sentenza emessa in appello-bis a Firenze nel 2022: a impugnare la decisione dei giudici fiorentini sono stati i 13 imputati condannati, 4 responsabili civili (Trenitalia, Fs, Rfi e Cima Riparazioni) e Medicina democratica quale parte civile.

 Corte di Cassazione

In appello bis le condanne inflitte hanno riguardato l’ex ad di Rfi e Fs Mauro Moretti (5 anni), Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia, e Michele Mario Elia, ex ad di Rfi (per entrambi 4 anni, 2 mesi e 20 giorni), Paolo Pizzadini, manager di Cima Riparazioni, e Daniele Gobbi Frattini, responsabile tecnico Cima riparazioni (per entrambi 2 anni, 10 mesi e 20 giorni) e Mario Castaldo, ex direttore divisione di Cargo Chemical (4 anni). 

Condannati nel processo fiorentino, in sede di rinvio, anche dirigenti e tecnici di aziende ferroviarie austriache e tedesche addette al controllo e alla manutenzione dei carri merci: Uwe Kriebel, operaio dell’officina di Junghental addetto ai controlli, e Helmut Brodel, funzionario dirigente dell’officina Junghental di Hannover (per entrambi 4 anni e 5 mesi), Andreas Schroeter, tecnico di Junghental (4 anni e 8 mesi), Peter Linowski, ad di Gatx Rail Germania, e Rainer Kogelheide, ad di Gatx Rail Austria (per entrambi 6 anni), Roman Meyer, responsabile flotta carri di Gatx Austria (5 anni, 6 mesi e 20 giorni) e Johannes Mansbart, manager Gatx Rail Austria (5 anni e 4 mesi).

Nell’udienza pubblica del 4 dicembre scorso, la procura generale della Cassazione – rappresentata in aula dall’avvocato generale Pasquale Fimiani e dal sostituto pg Pietro Molino – ha sollecitato il rigetto di tutti i ricorsi e, quindi, la conferma della sentenza d’appello-bis. La procura generale ha anche definito “infondate” tutte le questioni di legittimità, prospettate da alcune difese, riguardanti i termini di prescrizione del reato.

“Il leitmotiv di tutta questa vicenda – aveva detto nella sua requisitoria l’avvocato generale Fimiani – è che non ci si è posti il problema della sicurezza del trasporto merci perchè si dava priorità ad altro”. Non è la prima volta che il vaglio degli atti di questo procedimento giunge all’attenzione della Cassazione: la Corte (quarta sezione penale) si è già pronunciata nel gennaio 2021, quando, escludendo l’aggravante della violazione delle norme di prevenzione sui luoghi di lavoro, dichiarò prescritto il reato di omicidio colposo plurimo. I giudici di piazza Cavour, con la stessa sentenza, disposero quindi la celebrazione dell’appello-bis a Firenze per riesaminare alcuni profili relativi al disastro ferroviario colposo e rideterminare alcune pene data la prescrizione dell’omicidio colposo. 

Il presidio dei familiari delle vittime, “vogliamo verità e giustizia”

Sono tornati a esporre le foto dei loro cari davanti alla scalinata del ‘Palazzaccio’, chiedendo ancora una volta “verità e giustizia”, come scritto su uno dei loro striscioni portati oggi a Roma: i familiari delle 32 vittime del disastro ferroviario di Viareggio, riuniti nell’associazione ‘Il Mondo che vorrei’ attenderanno con un presidio a piazza Cavour la sentenza della Cassazione.

“Abbiamo sofferto per 14 anni, speriamo che ora arrivi giustizia”, dice Roberto Piergentili, ricordando i suoi due nipotini e la nuora morti a seguito del disastro. “Speriamo che questa volta sia l’ultima – aggiunge Claudio Menichetti, indicando, tra quelle delle vittime, la foto della figlia 21enne Emanuela – ci sono stati 5 gradi di giudizio, 4 sentenze di condanna. Quattordici giudici hanno emesso sentenza e noi dobbiamo ancora aspettare la ratifica delle condanne, gli imputati si aggrappano a qualsiasi cosa pur di non espiare la pena, ma dovrebbero fare almeno un giorno di galera per capire cosa hanno fatto”. 

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Fonte : Agi