Elezioni in Pakistan: le preoccupazioni delle minoranze

Mentre l’ex primo ministro Nawaz Sharif, considerato il favorito per vincere le elezioni generali di febbraio, inizierà la sua campagna solo la prossima settimana, il Centro per la Giustizia Sociale ha organizzato un convegno sulla partecipazione delle minoranze alle elezioni e sulle promesse disattese dalla scorsa legislatura sul fronte dell’inclusione politica delle minoranze e del contrasto alle discriminazioni

Lahore (AsiaNews) – Le elezioni generali del prossimo 8 febbraio si avvicinano in Pakistan e a meno di un mese il Centro per la Giustizia Sociale (CSJ) e il Minority Forum Pakistan hanno organizzato a Lahore un convegno dal titolo “Partecipazione effettiva delle minoranze alle elezioni”, durante la quale i rappresentanti dei partiti politici hanno presentato la posizione delle rispettive formazioni politiche in materia di diritti delle minoranze.

Habqooq Gill, candidato cristiano dell’Assemblea provinciale del Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI) – fondato dall’ex premier Imran Khan -, ha affermato che la loro campagna elettorale contiene diversi punti che affrontano i problemi reali delle minoranze. “Facendo parte dell’assemblea dopo le elezioni, solleverò queste richieste nell’assemblea, sia che io sia all’opposizione che nel partito di governo. Farò del mio meglio per tutelare le minoranze”. Tariq Javed Tariq invece, candidato cristiano dell’assemblea per la Lega Musulmana del Pakistan (N) ha affermato che, “sebbene le voci dei candidati delle minoranze siano meno privilegiate nel partito, dobbiamo fare in modo che i membri della maggioranza musulmana collaborino con noi. Senza la cooperazione tra i membri eletti non saremo in grado di risolvere i problemi delle minoranze e di emanare leggi adeguate a questo scopo”. Zia uddin Ansari del Ameer Jamaat Islami, partito politico islamista ha aggiunto che dal canto suo e del suo movimento politico “c’è intenzione di portare avanti lotte efficaci per porre fine alle divisioni religiose e far vivere le persone in un Pakistan progressista. Solo l’unità nazionale – ha aggiunto – può porre fine all’estremismo”.

A conclusione dei lavori Nasir William del CSJ ha presentato i risultati del rapporto “Promises to Keep & Miles to Go” riguardante la valutazione del mantenimento degli impegni sui diritti delle minoranze contenute nei manifesti elettorali e ha affermato che i partiti politici non sono riusciti nella legislatura che va a terminare a intraprendere azioni efficaci per mantenere quanto detto prima delle elezioni.

A meno di un mese dal voto però la campagna elettorale è ancora ferma, di fatto. L’ex primo ministro pakistano Nawaz Sharif, il cui partito PML-N è considerato uno dei favoriti per vincere le elezioni generali di febbraio, inizierà la sua campagna solo la prossima settimana, all’indomani della sentenza della Corte Suprema che lo ha autorizzato a candidarsi per un quarto mandato. Gli analisti ritengono che il potente esercito della nazione dell’Asia meridionale abbia dato il suo sostegno a Sharif dopo essere stato bloccato in una situazione di stallo con l’ex stella del cricket Khan, vincitore delle elezioni del 2018. “Ciò dà a Sharif un vantaggio in un Paese in cui sono soprattutto i generali dell’esercito a decidere se creare o distruggere i governi”, spiega Michael Kugelman, uno specialista dell’Asia meridionale presso il think tank di Washington Wilson Center.

Il portavoce del partito di Sharif, Marriyum Aurangzeb, non ha risposto a nessuna domanda sui legami con l’esercito. I due maggiori partiti, il PML-N e il Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI) di Khan, devono ancora avviare la loro campagna elettorale a quattro settimane dalle elezioni.

In questo quadro politico incerto, la Camera di commercio congiunta Pakistan-Afghanistan in un comunicato ha chiesto al futuro governo di abbassare le tariffe doganali “che causeranno in futuro enormi perdite nel settore commerciale tra le due parti” nella rotta commerciale tra Kabul e Islamabad.

Fonte : Asia